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contro mastro ciliegia

William Friedkin, il braccio vero del cinema

Maurizio Crippa

Il regista scomparso ieri iniziò da fattorino in una tv di Chicago ma presto passò dall’altra parte dei sogni. La dura passione, la gavetta, gli occhi affamati e disincantati

Quando il cinema era “il Cinema”, non più il sistema degli studios ma il mito in purezza, così anni Settanta, così libero (o liberal) che poi chiamarono New Hollywood, diventare regista era una vita diversa. Dura passione, gavetta, occhi affamati e disincantati – meglio se un po’ paranoidi, se un po’ ossessivi e attratti dai meandri della violenza. Iniziò da fattorino in una tv di Chicago, figlio di emigrati ebrei di origine ucraina, ma presto passò dall’altra parte dei sogni. Il cinema era saper scrivere un soggetto e una sceneggiatura, senza fronzoli, con la macchina da presa nei denti.

Così erano i film di William Friedkin, laterale quel poco che bastava a renderlo “di culto”, anche se a un certo punto la sua carriera s’era fatta un po’ carsica. Ma The French Connection (“Il braccio violento della legge”, per la nostra sfrenata fantasia titolistica) è il più grande film mai dedicato ai poliziotti cattivi e dall’America al mito violento di sé stessa. E L’esorcista, solo un anno dopo (1973), altro che blasfemia, è uno dei più profondi (e cattolici) film teologici mai girati. Del resto non si svolge a Georgetown, la città santa dei Gesuiti di Washington? Non ci sarà, a settembre, nella sua amata Venezia, a presentare (a 87 anni) la sua ultima fatica. E’ morto ieri a Los Angeles, grazie di tutto.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"