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Contro Mastro Ciliegia

Conte, supercazzole e manichei

Maurizio Crippa

Pace o condizionatori? L’ex avvocato del popolo, con il suo linguaggio ampolloso e rococò, fa come sempre ha fatto: cambia argomento

La faccenda della complessità è scappata definitivamente di mano, il linguaggio politico ormai vola sganciato dai fatti come un pallone aerostatico. Ciò che è binario, per quanto triste e solitario, non è più solo rifiutato come negazione del complesso: siamo giunti all’evocazione delle divinità antiche. S’è fatta molta chiacchiera sull’aut-aut di Draghi circa la pace e l’aria condizionata – niente più che un apprezzabile tentativo di spezzare il pane della sapienza fino a farne cadere qualche briciola persino sul desco dei giornali. Poi arriva l’ex avvocato del popolo, celebre per il suo linguaggio ampolloso e rococò, e imbuca il suo commento: “La domanda di Draghi se preferiamo la pace o i condizionatori? Non la porrei in modo così manicheo”. Manicheo? Il bene e il male, la luce e il buio? Se è un nuovo modo di calarsi nella complessità, chapeau. A volte basterebbe accettare i fatti. Del resto l’abile oratore Giuseppi non è nuovo a decolli verticali verso l’iperuranio delle supercazzole. Qualche giorno fa, gli chiedono un commento sulla proposta di Letta di imporre un embargo al petrolio e al gas russi. Risposta: “Come Unione europea non dobbiamo rispondere a queste atrocità con un’escalation militare”. Gli chiedono di un embargo, risponde con un’escalation. Oh Mani, in che mani!

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"