Contro Mastro Ciliegia
Conte, supercazzole e manichei
Pace o condizionatori? L’ex avvocato del popolo, con il suo linguaggio ampolloso e rococò, fa come sempre ha fatto: cambia argomento
La faccenda della complessità è scappata definitivamente di mano, il linguaggio politico ormai vola sganciato dai fatti come un pallone aerostatico. Ciò che è binario, per quanto triste e solitario, non è più solo rifiutato come negazione del complesso: siamo giunti all’evocazione delle divinità antiche. S’è fatta molta chiacchiera sull’aut-aut di Draghi circa la pace e l’aria condizionata – niente più che un apprezzabile tentativo di spezzare il pane della sapienza fino a farne cadere qualche briciola persino sul desco dei giornali. Poi arriva l’ex avvocato del popolo, celebre per il suo linguaggio ampolloso e rococò, e imbuca il suo commento: “La domanda di Draghi se preferiamo la pace o i condizionatori? Non la porrei in modo così manicheo”. Manicheo? Il bene e il male, la luce e il buio? Se è un nuovo modo di calarsi nella complessità, chapeau. A volte basterebbe accettare i fatti. Del resto l’abile oratore Giuseppi non è nuovo a decolli verticali verso l’iperuranio delle supercazzole. Qualche giorno fa, gli chiedono un commento sulla proposta di Letta di imporre un embargo al petrolio e al gas russi. Risposta: “Come Unione europea non dobbiamo rispondere a queste atrocità con un’escalation militare”. Gli chiedono di un embargo, risponde con un’escalation. Oh Mani, in che mani!
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