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Pif il mascariatore

Maurizio Crippa

Nella puntata sull’omicidio Mattarella de La mafia uccide solo d'estatePuntata sull’omicidio Mattarella la voce fuori campo di Pif dice che Andreotti aveva “incontrato Bontate”. Stefano Bontate, il boss della mafia. Usava l’indicativo. Sbagliando

E’ già capitato in precedenza di doversi occupare di Pif, questo squinternato televisivo, presunta Persona Informata dei Fatti che i fatti calpesta con l’allegria di un pupo sulla spiaggia, ora che s’è fatto da sé opinione di essere autorevole mafiologo. Forse è tempo sprecato, ma di Pif tocca tornare a occuparsi. Giovedì sera sono transitato, lo zapping è un maledetto vizio, su Raiuno dove passava La mafia uccide solo d’estate, seconda serie. Puntata sull’omicidio Mattarella, ho casualmente intercettato la voce fuori campo di Pif nel momento in cui dice che Andreotti aveva “incontrato Bontate”. Stefano Bontate, il boss della mafia. Usava l’indicativo, Pif, periodo non ipotetico della realtà. Soltanto che, come sta scritto nelle sentenze (la verità processuale esiste) ed è sigillato nella sentenza di Cassazione, “le dichiarazioni accusatorie” rispetto ai due presunti incontri di Andreotti con Bontate non erano “confortate da adeguati riscontri” e “anzi, la presenza di Andreotti in Sicilia, nei giorni in cui si sarebbe potuto verificare il primo incontro, fosse incompatibile con gli impegni altrove dello stesso documentalmente provati e che la data del secondo incontro fosse rimasta assolutamente indeterminata e non ricostruibile”. Insomma, non ci furono. Ma se l’Andreotti che incontrava Bontate non è mai esistito, per quale motivo questo piffero male informato dei fatti lo dice in una fiction della Rai a milioni di spettatori, come fosse vera? Come un calunniatore, un mascariatore? Ad avere tempo da perdere, bisognerebbe occuparsene.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"