Don Antonio Mazzi. Foto LaPresse

Don Mazzi è più santo di Frizzi, ma non di Fabrizio

Maurizio Crippa

Don Gambalunga lancia l'idea di santificare il conduttore televisivo scomparso di recente mentre Don Mazzi parla al Corrierone e ne dice due delle sue. Anche su Corona 

Il giorno in cui Papa Francesco pubblica le sue istruzioni per l’uso su come diventare santi della classe media, è anche il giorno in cui un prete “esperto del fenomeno della santità” che si chiama don Romano Gambalunga lancia l’idea di fare Fabrizio Frizzi santo subito. “E’ possibile che un personaggio della tv diventi santo per la chiesa?”, gli hanno chiesto. E lui, lesto come chi conosce il popolo: “Lo ritengo possibile, perché tutto parte da questo sentimento popolare, da questa fama di santità che si respira intorno a Frizzi e che si tocca con mano”. E perché no? Prendete don Matteo: che cosa c’è di più vicino all’ansia di miracoli che non la televisione?

Fortuna che lo stesso giorno c’è anche don Mazzi, che fa rima con Frizzi ma è meno angelico, che parla al Corrierone e ne dice due delle sue, non proprio agiografiche: “Io il Vaticano lo brucerei, lo svuoterei e vorrei vedere tutti i cardinali missionari in Africa”. Era un po’ l’idea di Francesco, date retta, ma poi s’è fermato sull’uscio di Santa Marta. “Se potessi prendere il Papa e portarlo ad Assisi, lo farei”. Don Mazzi, che ha una buona parola per ciascuno, ha pure sentenziato su Fabrizio Corona: “Non lo voglio più in comunità perché è personaggio anche quando si pente, non c’è niente di autentico in lui. Si sente la divinità di se stesso”. Ma ieri era anche il giorno in cui il Tribunale di Milano ha restituito a Corona un milione e 900 mila euri che gli avevano sequestrato, perché erano stati “lecitamente guadagnati”. E magari don Mazzi è più santo di Frizzi. Però pure Fabrizio, almeno per omonima, santo subito anche lui no?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"