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E sempre allegri

Maurizio Crippa

Le ragazze portate ad Arcore servivano “per far stare tranquillo e mettere di buon umore Silvio Berlusconi”, dice il pg di Milano

Ne abbiamo dette pure noi così tante, che di parole non ne abbiamo più. Siamo ammutoliti, perfino afoni. E tutte le mutande che avevamo le abbiamo stese al sole da un pezzo, come bandiere. Siamo così senza nuovi argomenti che proprio non sapremmo più dirlo, se sia vero che le ragazze portate ad Arcore servivano “per far stare tranquillo e mettere di buon umore Silvio Berlusconi”, con “il ben preciso scopo di farle prostituire”, come dice il pg di Milano nella nuova stagione di una serie di successo, #BalancetonCav..

  

A noi erano sempre sembrate cene eleganti. Del resto, da allora, è scivolata così tanta acqua sui pali della lap-dance, sono arrivati il Weinstein e il Trump con la Stormy. L’effetto non c’è più, Arcore passa via indifferente come un vecchio pornosoft. E poi diciamolo: questa cosa di farlo stare di buon umore, che male c’era? Ormai oggi si vede di peggio. C’è quello che legge il compitino al Quirinale apposta per farlo contare fino a tre felice come un bambino (“un-due-tre stella!) e poi va al Vinitaly a offrire un fiasco di quello buono a tutti. C’è Toti che si imbuca per una cenetta con signora a Rogoredo (Brianza) a casa della Francesca. Sempre per stare in compagnia. Infine c’è il Dibba, che ha tirato fuori dal baule di ricordi persino Dudù, e il Cavaliere sempre più di buon umore ha ringraziato: “Di Battista ci ha aiutati”. Che importa se un tempo erano le ragazze, e adesso invece c’è un’intera squadra di clown del Circo Barnun per farlo ridere, il Cav., al rischio che gli si strappi la ganascia? E sempre allegri bisogna stare.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"