L'immagine del logo della Roma censurato dalla tv iraniana

Tette da Lupa

Maurizio Crippa

A chi sarebbe mai potuto venire in mente di censurare le mammelle multiple del simbolo di Roma? È successo alla tv iraniana

Forse magari capitan De Rossi, inguardabile fino ai limiti della pornografia. Forse magari Gonalons, con il suo stop-and-go sadomaso. Forse, anzi di certo, tutta la conferenza stampa di Eusebio Di Francesco, ad altissimo contenuto linguistico-diseducativo. Ma le tette della Lupa, dai! A chi sarebbe mai potuto venire in mente di censurare le mammelle multiple del simbolo di Roma – un simbolo bello persino per un fertility day, di questi tempi? Un simbolo, giocoforza, che sta anche nel “badge” dell’As Roma. Invece, la tv iraniana Iran Tv mercoledì sera stava trasmettendo in diretta la débâcle suicida dei giallorossi al Camp Nou, e forse gli spettatori iraniani avrebbero preferito qualcosa di più vivace, che so, un film di Kiarostami. Però passavano quella. E si sa come sono prude nel paese degli ayatollah: ecco che hanno pixelato, manco fosse un porno giapponese, le tette della Lupa. La notizia è così stravagante da sembrare falsa, ma siccome l’ha beccata @BBCworld, facciamo conto che è vera. C’è chi ha prontamente commentato che volevano ricambiare il favore di quando l’Italia pensò bene di infilare in un burqa le statue ignude dei Musei Capitolini, per non turbare gli occhi casti del presidente Rohani. Ma siccome tutto il mondo è paese, e il sesso spinto lo si vede anche in Iran, pare che gli spettatori locali siano rimasti indispettiti. Piuttosto che la Roma, gli interessava vedere un po’ di tette, fossero pure della Lupa. Ma niente. Vedi cos’è, il tallone della teocrazia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"