Leo Messi, traditore per contratto dei fratelli catalani

Maurizio Crippa

In caso di secessione, e dunque di uscita del Barça dalla Liga, l'argentino sarà libero di andarsene a parametro zero

Avete presente, per forza e per disperazione, il gioco più stucchevole e inevitabile del mondo: Coppi o Bartali? Sì, quello. In politica: il Cav. o Renzi? In amore: Jenna Jameson o Valentina Nappi? Applicato al calcio, ovviamente, è: Cristiano Ronaldo o Messi? Bene, almeno questa del calcio l’ho risolta. Per sempre. CR7 tutta la vita, che almeno è un lusitano mercenaro, è sempre andato e sempre andrà dove lo porta il vento. Invece Messi, Leo Messi. L’Argentino. Ha appena firmato un contratto a vita con il Barcellona més que un club, la squadra che l’aveva raccattato bambino e gracilino e ne ha fatto un dio, un contratto che dire faraonico è un insulto alle piramidi. Beh, che ti fa, adesso, l’argentino? L’argentino di Rosario, per giunta, la città del Che Guevara, di Gato Barbieri, di Maurito Icardi, amori veri. Insomma ’sto senza patria, nel suo contratto principesco che Mohammed Bin Salman è un dilettante al confronto, ha fatto inserire una clausola: in caso di secessione della Catalogna dalla Spagna, e dunque di uscita del Barça dalla Liga, lui sarà libero di andarsene a parametro zero. Non posso pensarci, a Pep Guardiola che sta piangendo, lassù a Manchester. Non posso pensarci a questa Pulce che avevamo eletto dio, che ci lascia lì, noi fratelli corsati della Costa Brava. Meglio Cristiano Ronaldo, tutta la vita. Anzi va’: Meglio anche Mazzarri.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"