La regista Audrey Diwan, vincitrice del Leone d'Oro a Venezia con "L'événement" (foto LaPresse) 

l'intervista

Diwan: "Ho cercato di catturare l'esperienza fisica dell'aborto"

Giuseppe Fantasia

La regista vincitrice del Leone d'Oro a Venezia: "L'événement è un film che mi è uscito dalle viscere. La vittoria è anche di Annie Ernaux"

“Il destino delle giovani che hanno dovuto ricorrere a questo tipo di operazioni per abortire è rischioso e insopportabile. Tutto quello che ho fatto è stato cercare la semplicità dei gesti, l’essenza che potesse veicolarlo”. La giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e regista Audrey Diwan commenta così la sua vittoria del Leone D’Oro qui alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Con il suo L’ événement ha conquistato i membri della giuria presieduta dal regista coreano Bong Joon-Jo. “Quando ho deciso di realizzare l’adattamento del romanzo di Annie Ernaux, ho cercato di catturare la natura fisica dell’esperienza, tenendo conto della dimensione corporea del percorso. La mia speranza è che questo trascenda il contesto temporale della storia e le barriere di genere. So che adesso questo viaggio è possibile: che siate donne o uomini, lo stiamo facendo insieme”.

Con questo film, la quarantenne regista francese di origini libanesi è al suo secondo lungometraggio. Ha esordito nel 2019 con Mais vous êtes fous e per questa sua seconda prova, adattando il racconto autobiografico della Ernaux, fa una cronaca dell’ esperienza di una ragazza universitaria come lei nella Francia del 1963, quando l’aborto era clandestino e le donne e chiunque le aiutasse rischiavano pene severissime, persino il carcere. “Rimanere incinta, per chi non aveva i mezzi, spiega la Diwan, voleva dire rinunciare a una vita diversa da matrimonio e destino da casalinga".

“Questo film - aggiunge -, l’ho fatto con le mie viscere, con il mio cuore e la mia testa ed è stato ed è tutto sulla pelle di Annie, straordinariamente interpretata da Annamaria (Annamaria Vartolomei, che chiama con lei sul palco per condividere il premio, ndr): non limitiamoci a guardarla, ma ad essere lei. Questo film è la nostra vittoria”. 

"Il mio sogno?", ci dice prima di salutarci e raggiungere tutti i vincitori alla cena di gala all’Excelsior come di consueto, in modalità Covid free. “Prima di venire qui non speravo nulla e ho iniziato a pensare di fare altro. Poi, però, le cose arrivano inaspettate. Quindi il mio sogno è fare quello che faccio, raccontare e a denunciare senza mai arrendermi. Il mio sogno è continuare”.