Audrey Diwan, vincitrice del Leone d'Oro a Venezia con "L'evenement" (foto LaPresse)

le premiazioni

Il Leone d'Oro a Venezia lo vince “L'événement” di Audrey Diwan. Non avevamo considerato le quote rosa

Mariarosa Mancuso

Sorrentino ottiene il Gran Premio della Giuria. Maggie Gyllenhaal vince per la sceneggiatura di "The Lost Daughter". Difficilmente quest'anno i premi serviranno a lanciare gli Oscar. Unica donna che meritava davvero il premio: Penelope Cruz

Al funerale dei miei genitori la scuola mandò solo quattro studenti. Stasera sono contento perché attorno a me c’è tutta la classe, siete voi”. Lo dice Paolo Sorrentino, sul palco per ritirare il Gran Premio della Giuria (Leone d’argento, vale come secondo premio). Il suo giovane protagonista Filippo Scotti aveva già vinto il Premio Mastroianni per l’attore emergente. Così finisce la trasferta veneziana di “E’ stata la mano di Dio”, autobiografico e dato per favorito.

Non avevamo calcolato la quota donna: Leone d’oro alla francese Audrey Diwan con il film “L’événement”. Tratto dal racconto autobiografico di Annie Ernaux – “un viaggio al termine della notte”: suvvia, un po’ di senso delle proporzioni sarebbe più utile per vendere i libri – racconta l’aborto clandestino di una studentessa nella Francia degli anni 60. Brava l’attrice rumena Anamaria Vartolomei, ma è chiaro che il tema mette all’angolo ogni considerazione artistica. Anche il regista di “ParasiteBong Joon-Ho, presidente della giuria, si è fatto prendere dalla commozione.

Era l’anno delle donne, quindi Maggie Gyllenhaal è stata premiata per la sceneggiatura di “The Lost Daughter”, da Elena Ferrante (confessiamo, lei e la Ernaux non stanno nella nostra lista dei preferiti). Piuttosto confusa, come del resto risulta scombinato il film con Olivia Colman e Dakota Johnson.

Vuoi non premiare Jane Campion, la regista che aveva girato “Lezioni di piano"? Ma “Il potere del cane” è un western con i cowboy, obietteranno i lettori. No e no: Benedict Cumberbatch che fa tanto il duro aveva un amico del cuore, ancora conserva le rivistine con i culturisti nudi (magari qualche foglia di fico o corona d’alloro per fare arte). Coppa Volpi a Penelope Cruz, unica donna che davvero lo meritava.

Da parecchio, diciamo da “Gravity” di Alfonso Cuaron, le Mostra di Venezia premiava con il Leone d’oro titoli che poi arrivavano (e trionfavano) agli Oscar. Quest’anno sarà difficile arrivare a Chiasso.

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