Parasite

Il film di Bong Joon-ho, con Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Jang Hye-jin, Park So-dam (su Sky Cinema, e dal 20 maggio su Rakuten Tv)

Mariarosa Mancuso

Film strepitoso, vincitore a Cannes 2019 e poi agli Oscar (vietato dire che le giurie sono vecchie e ammuffite, qui hanno fatto la rivoluzione). Era altrettanto strepitoso “Snowpiercer”: stesso regista coreano, fumetto di Jean-Marc Rochette e Benjamin Legrand (sta arrivando anche la serie, dal 18 maggio su Netflix). E’ il primo film post-apocalittico che incolpa gli ambientalisti, per abbassare di qualche grado la temperatura della Terra ne fanno un ghiacciaio. Il treno dei superstiti ha i poveri nelle ultime carrozze e i ricchi nell’elegante locomotiva, vietata ogni risalita. “Lotta di classe”, leggiamo in tutte le recensioni, anche a proposito di “Parasite”. Perdonateli, è un riflesso involontario, a pari merito con “la violenza sulle donne” o “il degrado delle periferie”. Meglio, cento volte meglio: il regista coreano ha girato un film sui servi e sui padroni. Su una famiglia molto povera e una famiglia molto ricca che fortunosamente entrano in contatto, con risultati difficili da immaginare (e non avremo uno sciopero, come la lotta di classe esige, ma doppi giochi, violenze e tenerezze: uccidete chiunque soltanto osi accennare alla trama). I miserabili vivono in un seminterrato, giusto nell’angolo dove gli ubriachi pisciano, e per campare piegano cartoni da pizza. I ricchi vivono in una luminosa magione disegnata dall’architetto, tenuta in ordine da una governante fedele. Si incontrano quando il figlio dei poveri viene assunto come insegnante di inglese per la figlia dei ricchi (ha falsificato il diploma, giura che prima o poi lo otterrà). Riesce a intrufolarsi anche la figlia, spacciandosi per psicologa: il moccioso ricco fa disegni horror, la mamma si preoccupa, le magiche parole “art therapy” danno speranza. Da qui in avanti, solo divertimento e colpi di scena, Bong Joon-ho sa raccontare una bella storia – anche il soggetto è suo – e salta con disinvoltura da un genere all’altro: dramma, melodramma, grottesco, satira.

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