Sul Cupolone non sventola più la bandiera bianca

Il "ministro degli Esteri" Vaticano chiarisce il Papa: "Noi sosteniamo l'integrità territoriale dell'Ucraina"

Matteo Matzuzzi

Dopo le parole del Pontefice con i passaggi sulla “bandiera bianca”, mons. Paul Richard Gallagher fa chiarezza sul significato di terzietà di Roma rispetto alla guerra in corso: "I russi dialoganti? Quello che devono fare è fermare missili e attacchi"

La Santa Sede “sostiene l’integrità territoriale dell’Ucraina. Noi sosteniamo che i confini dei paesi non debbano essere modificati con la forza. Questa resta la nostra posizione e riteniamo che questa sia una posizione giusta e questa è la nostra posizione nei confronti dell’Ucraina. Allo stesso tempo, riconosciamo anche il diritto dell’Ucraina di compiere tutti i passi che possano rendere possibile un accordo per una pace giusta, anche riguardo ai suoi territori. Ma questo non è qualcosa che possiamo imporre o aspettarci dall’Ucraina. Se l’Ucraina e il suo governo vogliono farlo, allora è del tutto a loro discrezione”. Così ha detto mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli stati e le organizzazioni internazionali della Santa Sede, in un’intervista ad America Magazine, la prestigiosa rivista della Compagnia di Gesù d’oltreoceano.

 

Dopo le parole del Papa alla televisione svizzera passate alle cronache per i passaggi sulla “bandiera bianca” e le sconfitte più o meno evidenti, il “ministro degli Esteri” vaticano fa chiarezza sulla questione che più ha alimentato la discussione in questi due anni: il significato di terzietà di Roma rispetto alla guerra in corso. Due giorni dopo le frasi di Francesco, il segretario di stato Pietro Parolin aveva sottolineato che il primo a doversi fermare è l’aggressore, cioè Vladimir Putin. Oggi Gallagher chiarisce che il Papa “non sta dicendo che l’Ucraina debba arrendersi, ma che a un certo punto ci sia la necessità di trovare il coraggio di andare avanti e invocare la protezione per negoziare. E questa è anche la posizione della Santa Sede, perché la Russia ha detto molto spesso di essere disposta a negoziare”.

 

A proposito di Russia, Gallagher mostra di non fidarsi troppo della disponibilità di Mosca al dialogo: “Per noi la Russia non mette in campo le condizioni che sono necessarie. Queste, che sono in potere della Russia, sono fermare gli attacchi e i missili. Questo è ciò che deve fare la Russia”. Non ci sono altre possibilità, insomma. Ieri, al termine dell’udienza generale, il Pontefice ha ricordato ancora una volta “la martoriata Ucraina che sta soffrendo tanto sotto i bombardamenti”. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.