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Il Vaticano alla diocesi più fiorente di Francia: "Stop alle ordinazioni dei nuovi preti"

La diocesi è un'oasi vocazionale nel deserto francese: ha 250 preti in attività (per dire, la grande Parigi ne ha 500), il 75 per cento dei sacerdoti ha meno di 64 anni, il 30 per cento meno di 44

Matteo Matzuzzi

Decisione senza precedenti e senza spiegazioni ufficiali. Si parla di "mancanza di discernimento" nell'accoglienza dei seminaristi e di derive tradizionaliste

Roma. Il Vaticano ha ordinato alla diocesi di Fréjus-Tolone di sospendere sine die l’ordinazione di sei diaconi e quattro sacerdoti, eventi già fissati in agenda a fine giugno. E’ stato lo stesso vescovo, mons. Dominique Rey, a dare la notizia con un comunicato in cui non cela il dolore per quello che – stando al Figaro – ambienti della curia locale definiscono “una decisione brutale” presa a Roma. Il diktat non ha precedenti per la Chiesa francese, soprattutto perché nessuno ha chiarito la ragione che ha portato all’adozione di tale – assai grave – provvedimento. Nel pontificato che depreca il chiacchiericcio, in assenza di comunicazioni ufficiali corredate da chiari quadri normativi, l’unica cosa che resta sono appunto le chiacchiere, i pettegolezzi, le velenose supposizioni da sacrestia. Sempre il quotidiano francese, in un articolo a firma di Jean-Marie Guénois, dà conto dello “choc” che si vive in diocesi, anche perché, assicurano fonti locali, “questi giovani erano del tutto pronti per essere ordinati e i loro profili per la candidatura al sacerdozio non pongono alcuna difficoltà”. E questo viene sottolineato “per evitare ogni ambiguità”. Di questi tempi, è meglio. 

 

La diocesi è un’oasi vocazionale nel deserto francese: ha 250 preti in attività (per dire, la grande Parigi ne ha 500), il 75 per cento dei sacerdoti ha meno di 64 anni, il 30 per cento meno di 44. Mons. Rey guida Fréjus-Tolone da vent’anni, proviene dalla comunità carismatica dell’Emmanuel, accoglie seminaristi e sacerdoti da ogni parte del mondo. Dicono di lui: “Apre le porte e mette insieme tradizioni e sensibilità diverse, carismi, nuove comunità”. Il seminario è pieno. Ed è proprio questo aspetto che deve aver fatto drizzare le antenne a Roma: ma come, qua nessuno vuole farsi prete e in quella diocesi le vocazioni maturano anno dopo anno con numeri da far impallidire altre e più grandi realtà? Quel che si sa è che il Vaticano ha ordinato una visita “fraterna” (cioè canonica) per indagare su quel che accade lì. A condurla è stato l’arcivescovo di Marsiglia, mons. Jean-Marc Aveline, fresco di promozione cardinalizia e unanimemente considerato persona di grande saggezza e moderazione. Fatta l’inchiesta e steso il consueto rapporto, il dossier è passato a Roma che per ora ha stabilito la sospensione delle nuove ordinazioni. Come a dire che bisognerà indagare di più e più a fondo anche perché al centro di tutto pare esserci la necessità di capire come è stato riorganizzato il seminario e – appunto – la politica di accoglienza portata avanti da mons. Rey.

 

Secondo il Figaro, l’ex rettore del seminario (congedato) avrebbe avvertito Roma che in diocesi c’è una “deriva tradizionalista”. Insomma, questione di discernimento: va bene il seminario fiorente, ma il percorso per accettarli in seminario è fatto secondo la prudenza che Madre Chiesa consiglia? In particolare, alcuni tra i sacerdoti accolti lì sarebbero stati precedentemente respinti da altre diocesi, il che pone dubbi e domande: troppo permissivo il vescovo di Fréjus-Tolone o troppo “cattivi” gli altri? Il Papa, fin dal suo insediamento, ha raccomandato rigore nelle ammissioni. Un anno fa, davanti ai vescovi italiani, disse che “in questo momento c’è un pericolo molto grande: sbagliare nella formazione e anche sbagliare nell’ammissione dei seminaristi. Abbiamo visto con frequenza seminaristi che sembravano buoni ma rigidi e la rigidità non è del buono spirito. Poi ci siamo accorti che dietro c’erano grossi problemi, seminaristi ricevuti senza chiedere informazioni, (ce erano stati) cacciati via da congregazioni religiosa o diocesi”. Bisognerà capire quanto il caso della fiorente diocesi francese rientri nella casistica illustrata da Francesco.
 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.