Roma. La guerra fratricida nell’Europa orientale, scatenata dagli stati maggiori di Vladimir Putin che ritenevano di poter piantare la bandiera russa nel cuore di Kyiv in tre-quattro giorni al massimo, ha portato a galla il problema di una diplomazia vaticana che, complice l’esuberante rottura d’ogni schema voluta e attuata da Papa Francesco, si barcamena ancora tra le condanne esplicite dell’aggressione sacrilega e disumana e la denuncia delle provocazioni della Nato, del suo “abbaiare alla porta della Russia” che forse, chi lo sa, ha scatenato l’ira del Cremlino. Qualche giorno fa, sul Regno, autorevole e seria rivista inquadrabile nell’area del cattolicesimo democratico italiano, tre docenti di varia nazionalità hanno scritto un saggio in cui si mette a fuoco la manipolazione da parte russa della posizione della Santa Sede. I firmatari sono Massimo Faggioli, storico che vive e insegna negli Stati Uniti, i tedeschi Thomas Bremer e Regina Elsner, l’austriaca Kristina Stoeckl.
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