L'intervista al Papa sulla Cina è stata pubblicata dal quotidiano online AsiaTimes (LaPresse)

La geopolitica del Papa guarda a Pechino: "Non si abbia paura della Cina"

Matteo Matzuzzi

Francesco parla del paese asiatico e auspica dialogo, mentre Padre Lombardi conferma i contatti tra il Vaticano e il governo locale: "Il mondo occidentale, il mondo orientale e la Cina hanno tutti la capacità di mantenere l'equilibrio della pace e la forza di farlo".

Roma. Il Papa parla di Cina, e lo fa in un'ampia intervista concessa a Francesco Sisci, Senior Researcher di studi europei alla Renmin University of China, per il quotidiano online in lingua inglese AsiaTimes. Benché Sisci faccia subito sapere che non sono stati toccati i temi più delicati, relativi cioè ai complessi rapporti tra Pechino e la Santa Sede, il colloquio tocca diverse questioni di geopolitica, che hanno a che fare con il ruolo di Pechino nel mondo multipolare (concetto che il Papa tiene a sottolineare). Bergoglio, anche in riferimento ai costanti dubbi e sospetti circa la possibilità di relazionarsi alla Cina, invita al dialogo e ad allontanare la paura, che “è sempre una cattiva consigliera”. Il “mondo occidentale, il mondo orientale e la Cina hanno tutti la capacità di mantenere l'equilibrio della pace e la forza di farlo. Dobbiamo trovare il modo, sempre attraverso il dialogo. Non c'è altra strada”.

 

Dialogo, però, non significa – spiega il Pontefice – limitarsi a qualche compromesso, come fatto a Yalta, il cui fine era "spartirsi la torta" e "vediamo con che risultati". Spartirsi la torta "significa dividere l'umanità e la cultura in tanti piccoli pezzi". Dialogo, invece, significa “guarda, siamo arrivati a questo punto, posso essere o meno d'accordo ma camminiamo insieme. La torta rimane intera, è di tutti, è umanità, cultura”. Francesco, che in passato aveva mandato prudenti segnali d'apertura al grande paese asiatico – in particolare nell'intervista concessa nel 2014 al Corriere della Sera e in diverse conferenze stampa in aereo – dice subito che “per me la Cina è sempre stato un punto di riferimento di grandezza. Un grande paese, ma più che un paese, una grande cultura, con una saggezza inesauribile”. Ogni paese, ha aggiunto il vescovo di Roma, “deve essere riconciliato con la sua storia”, perché “è sano per un popolo essere misericordioso con se stesso”.

 

[**Video_box_2**]Presentando l’intervista, in cui il Papa esorta il popolo cinese a non “autofustigarsi per le tragedie del passato” e a “non essere amaro”, Padre Federico Lombardi (portavoce della Santa Sede) ha confermato quanto riportato dal Corriere della Sera domenica scorsa relativamente ai contatti tra Vaticano e Pechino in vista di un possibile ristabilimento di rapporti diplomatici.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.