Papa Francesco durante il discorso rivolto ai vescovi dell'Asia ad Haemi (Foto Ap)

Il papa da Seul parla alla Cina e chiede dialogo

Redazione

Davanti ai vescovi asiatici Bergoglio dice che i cristiani "non vengono come conquistatori".

Papa Francesco, durante la visita coreana e il suo discorso ai vescovi dell'Asia, riuniti nel santuario di Hemi, 90 chilometri a sud di Seul, luogo simbolo delle persecuzioni anticristiane, ha rivolto un primo messaggio indiretto alla Cina. "Spero fermamente che i paesi del vostro Continente con i quali la Santa Sede non ha ancora una relazione piena, non esiteranno a promuovere un dialogo, a beneficio di tutti". "Non mi riferisco", ha aggiunto Bergoglio, "solo al dialogo politico, ma anche al dialogo umano e fraterno. Non devono pensare 'questi vengono come concorrenti o conquistatori, non vengono a toglierci identità ma vogliono camminare con noi".

 

Da Seul, in quella penisola coreana dove un unico popolo è diviso in due Stati da oltre 60 anni, e dove la piccola chiesa coreana cerca di fare da intermediario con Pechino, il papa si è rivolto soprattutto a Corea del Nord e alla Cina, paesi con cui la Santa Sede non ha relazioni diplomatiche. Nel solco della diplomazia della Chiesa e del magistero dei predecessori, per il papa latinoamericano infatti resta la preoccupazione che la Santa Sede non venga vista da Pyongyang e Pechino come un potere politico ostile e antagonista, magari di stampo occidentale, quando come una autorità morale la cui voce può essere ascoltata con attenzione anche in Oriente.

 

La situazione dei cattolici in Nord Corea e Cina presenta elementi di similitudine, ma anche differenze da non trascurare. In Cina è attiva la Associazione patriottica, fondata dal governo nel tentativo di creare una chiesa nazionale antagonista al papa di Roma. Così, la Chiesa cinese clandestina, fedele al papa e sottoposta ad arresti, persecuzioni e a uno stretto controllo governativo, è da tempo in dialogo con quella ufficiale della Associazione patriottica.

 

Nel 2007 papa Ratzinger ha indirizzato una lettera al popolo cinese, proclamando il desiderio dei cattolici cinesi di contribuire alla vita del grande paese asiatico. Papa Francesco poi ha avuto uno scambio di messaggi augurali con il presidente cinese Xi Jinping, eletto il 13 marzo 2013, cioè un giorno dopo Bergoglio. Al presidente ha indirizzato il 13 agosto scorso un messaggio. Con la Cina però è stata una prima volta, visto che nell'89, quando papa Wojtyla andò in Corea del Sud, Pechino vietò il sorvolo al suo aereo, che dovette passare per la rotta artica. Nella Corea del Nord invece c'è stato un tentativo di creare una sorta di Associazione patriottica alla cinese, ma non ha avuto successo. L'arcivescovo di Seul, card. Andrew Yeon, è anche amministratore apostolico di Pyongyang ma non sembra che nella Corea del Nord la presenza dei cattolici sia significativa. Nella messa che papa Francesco ha celebrato ieri a Seul per la beatificazione di 124 martiri della prima generazione di cristiani coreani ha partecipato anche un giovane cinese della chiesa clandestina.