Alessandro Di Battista (foto LaPresse)

Il ritorno di Dibba non funziona (nemmeno se indossa un gilet giallo)

Massimo Bordin

La visita insieme a Di Maio ai manifestanti francesi e i sondaggi che continuano a penalizzare i grillini

Continua l’affiancamento, la marcatura a uomo verrebbe da dire, di Di Battista nei confronti di Di Maio. Ieri i due hanno varcato le Alpi per incontrare una rappresentanza di gilet gialli. Il copione sembra essere quello dei due poliziotti, quello buono e quello cattivo. L’abbigliamento aiuta a distinguere i ruoli. Di Maio con i suoi terribili completini grigi nella parte del mediatore istituzionale, Di Battista col giubbotto da movimentista, a rappresentare il movimento di lotta e di governo nel tentativo di arginare la perdita di punti nei sondaggi a tutto vantaggio di uno che è sicuramente più abile di loro a travestirsi. Infatti si comincia a notare come il ritorno in campo del girovago Dibba non stia producendo i risultati sperati dalla Casaleggio Associati. Forse la parabola si sta compiendo. Non basta una cravatta a fare un governante e in tempi difficili emerge l’inadeguatezza anche degli agitatori a casaccio. In parole povere chi li ha votati comincia a non fidarsi, a nutrire il dubbio del giocatore d’azzardo che alla fine del primo tempo comincia a pensare di aver puntato sulla squadra sbagliata. Questo sembrano dire i sondaggi nel momento in cui le migliori opportunità sono state già estratte dal famoso contratto. La legislatura ora dovrà proseguire affrontando i problemi notoriamente più controversi fra gli alleati di governo oltre le inevitabili difficoltà impreviste e per i pentastellati la partita si fa sempre più difficile.

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