Antonio Ingroia (foto LaPresse)

Sta per finire il "processo matrioska" sulla Trattativa

Massimo Bordin

Ma ora si ricomincia a Reggio con il dottore Ingroia guest star

Il processo matrioska sta finendo ma continua a inglobare nuove bamboline e l’ultima ha visto la luce ieri a Reggio Calabria, dov’è iniziato in Corte d’assise il processo già battezzato ’ndrangheta stragista che si inserisce nella matrioska “Trattativa”. Il nome è suggestivo pur se tecnicamente incongruo, perché la Corte d’assise dovrà giudicare su un duplice omicidio e due tentati omicidi, sempre duplici, tutti ai danni di carabinieri. Cosa c’entrano le stragi? Si tratta di quelle siciliane del ’92 che, secondo l’ipotesi accusatoria, trasmigrano come strategia sul continente passando per la Calabria dove parte della ’ndrangheta aderisce al ricatto stragista – che si concretizzerà nel 1993 a Milano, Firenze e Roma – cominciando a uccidere carabinieri in Calabria. Questo il racconto di alcuni pentiti calabresi cui si sono adeguati alcuni pentiti siciliani, perché il primo a parlare di un accordo di questo tipo era stato l’autorevole pentito Spatuzza. La questione è stata a lungo trattata nel processo madre. Con scarso successo. Pentiti calabresi assai poco credibili e la vicenda del poliziotto detto Faccia di mostro, morto d’infarto questa estate, avevano portato i pm palermitani nel consueto vicolo cieco. Ora si ricomincia a Reggio con il dottore Ingroia guest star nel ruolo di avvocato di parte civile per i familiari dei due carabinieri uccisi. Sfileranno di nuovo gli stessi pentiti già sentiti in decine di processi ma non potremo ascoltare quel che diranno. Il gip ha imposto il rito immediato e ieri la corte ha respinto le eccezioni della difesa e ha disposto il divieto di registrazione audio-video del dibattimento, dei cui veri obiettivi toccherà scrivere domani.