Alfie Evans (foto LaPresse)

Alfie Evans è morto. Il caso è chiuso. Il Papa: "Sono profondamente toccato"

Matteo Matzuzzi

I genitori hanno dato l'annuncio con un post su Facebook. Il decesso alle ore 02.30 della notte. Vani anche gli ultimi sforzi della diplomazia. Il Pontefice si raccoglie in preghiera "per i suoi genitori"

Roma. Alfie Evans è morto questa notte alle ore 2.30 nella sua stanza all'Alder Hey Hospital di Liverpool, dove era ricoverato da tempo. Ne hanno dato l'annuncio i genitori con un post su Facebook: "Il mio gladiatore ha riposto il suo scudo e ha messo le sue ali", ha scritto Thomas, il padre del bambino. Nella tarda serata di ieri si erano diffuse notizie (non verificabili dopo la richiesta della famiglia di mantenere il riserbo sulla vicenda) su un aggravamento delle condizioni di Alfie, al quale era stata interrotta la ventilazione lunedì alle 22.17, su ordine del giudice Anthony Hayden. Il Papa è intervenuto con un tweet pubblicato alle 14.15: "Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo Alfie. Oggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio Padre lo accoglie nel suo tenero abbraccio".

 

  

A nulla sono valsi gli sforzi dei genitori di portare a casa Alfie dopo il no dei magistrati britannici alla richiesta di trasferire il bambino a Roma o a Monaco di Baviera. Negli ultimi giorni, dopo l'ultimo e decisivo diniego del giudice Sir McFarlane, gli Evans e i vertici dell'Alder Hey avevano iniziato un dialogo per cercare quantomeno di fargli trascorrere gli ultimi giorni a casa. I medici non si erano detti contrari, ma fin dal principio avevano chiarito che sarebbero serviti diversi giorni, "almeno tre, forse cinque", prima di decidere. Da qui anche la richiesta dei famigliari di abbassare la tensione, con la richiesta ai sostenitori della causa di abbandonare i presidi all'esterno dell'Alder Hey, così da riportare il tutto a una situazione più tranquilla.

 

Anche nei giorni scorsi erano stati numerosi gli appelli di Papa Francesco, che sia su Twitter sia pubblicamente al Regina Coeli e all'udienza generale del mercoledì, aveva chiesto di dare ascolto alla famiglia del bambino, ricordando che la vita non appartiene all'uomo, ma "solo a Dio". La diplomazia vaticana si era messa in moto, con la richiesta esplicita di Bergoglio alla presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, perché facesse "il possibile e l'impossibile" per favorire il trasferimento di Alfie nella struttura ospedaliera non distante da San Pietro. 

 

Si era attivato anche il governo italiano, con la concessione della cittadinanza al bambino. Una mossa per tentare di aggirare i rigidi paletti della giustizia britannica e facilitare l'espatrio. Un tentativo inutile, considerato che il giudice d'Appello McFarlane aveva ricordato ai legali della famiglia Evans che "né l'Italia né il Vaticano hanno giurisdizione in Inghilterra".

 

articolo aggiornato alle ore 15.31

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.