Foto LaPresse

Sarà un anno bellissimo

Roberto Maroni

Ai dati economici sconfortanti si aggiunge lo stop all’autonomia. Il premier è stato chiarissimo: il governo frena, l’accordo con le regioni non c’è, la parola passa al Parlamento, stop alle tasse trasferite alle regioni

“Sarà un anno bellissimo”. Lo scrive nel suo editoriale d’esordio l’amico Carlo Verdelli, neodirettore di Repubblica, a cui mando un saluto e un augurio di buon lavoro (Cerasa permettendo…). Sottile ironia, ovviamente. Cito: “Secondo una previsione temeraria del presidente del Consiglio, l’avvocato Giuseppe Conte, il 2019 sarà un anno bellissimo. La speranza di tutti è che abbia ragione. L’evidenza di questi primi cinquanta giorni direbbe il contrario”.

 

Non è (solo) antipatia politica di Rep. nei confronti del governo gialloverde. Verdelli cita tre dati inconfutabili: “Siamo entrati ufficialmente in recessione. Le previsioni di crescita del nostro pil sono franate allo 0,2 percento. La produzione industriale è balzata all’indietro del 5,5 percento”. E allora? Un anno bellissimo?

 

A questi dati sconfortanti ne aggiungo uno, fresco di giornata: lo stop all’autonomia. Il premier è stato chiarissimo: il governo frena, l’accordo con le regioni non c’è, la parola passa al Parlamento (tempi biblici), stop alle tasse trasferite alle regioni. Una vera tragedia per chi – come il sottoscritto e l’ottimo governatore del Veneto Luca Zaia – ha messo in moto la macchina dei referendum e ha sottoscritto con il governo un accordo chiaro e impegnativo, che garantisce alle miniere d’oro Lombardia e Veneto (dopo decenni di sfruttamento selvaggio) la tanto desiderata compensazione istituzionale e fiscale. Roma vince ancora. Sarà un anno bellissimo? Ma de che… se la ridono a Trastevere. Stay tuned.