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Cercasi autonomia

Roberto Maroni

E' passato quasi un anno dai referendum di Lombardia e Veneto e l'ultimo atto sul tema risale a febbraio. Aspettiamo segnali 

La regione Sicilia ha più dipendenti di tutto il Nord. Pazzesco. Nulla di nuovo, si dirà, lo spreco di risorse pubbliche in certe regioni è questione antica e ben nota. Un problema mai risolto. Ed è proprio per questo, per porre fine una volta per tutte a questa situazione scandalosa che penalizza i virtuosi sindaci padani, che il sottoscritto e Luca Zaia hanno organizzato, undici mesi fa, il referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto. Fu un grande successo di popolo: oltre cinque milioni di lombardi e veneti dissero chiaro e forte che bisogna cambiare, basta con l'assistenzialismo becero e le assunzioni a go-go dei forestali al Sud pagate con le tasse spaziali del Nord. È passato quasi un anno da quei referendum, quasi un secolo in politica. L'ultimo atto sul tema autonomia risale a febbraio, quando io e Luca Zaia riuscimmo a firmare con il governo Gentiloni l'accordo che garantisce a Lombardia e Veneto sostanziosi vantaggi economici e fiscali: costi standard in sanità, compartecipazione al gettito erariale, avvio dell'eliminazione della rapina legata al famigerato "residuo fiscale". Un primo passo decisivo, che indica con chiarezza la rotta da seguire. Da allora, però, più nulla. Il tema AUTONOMIA sembra sparito dall'agenda politica romana. Colpa del sudismo grillino? Probabile. Autonomia archiviata? Catastrofe. Sono ottimista di natura, anche quando il cielo è plumbeo, e sono certo che Salvini manderà presto segnali di ambrosiana concretezza sul tema. Vigileremo. Stay tuned.

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