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Bandiera bianca

Altro che gabbie salariali! La vera legge razzista per i docenti è quella che c'è ora

Antonio Gurrado

Se mai l'idea avanzata dalla Lega dovesse diventare legge, gli unici a esser daneggiati sarebbero quegli insegnanti del nord che decidessero per assurdo di cambiare vita e andare a lavorare in Puglia, Campania o Calabria

La proposta della Lega di aumentare gli stipendi degli insegnanti al nord Italia, a causa del maggior costo della vita, è davvero razzista come qualcuno ha commentato? A rigore, il razzismo è la discriminazione di un gruppo di individui a causa della loro identità etnico-geografica, diciamo pure della provenienza. Ora, sotto questo aspetto, al nord ci sono insegnanti di due tipi: quelli che provengono dal nord, ovvero gli indigni, e quelli che provengono dal sud, che un tempo si autoproclamavano “deportati”. Se mai (e sottolineo mai) la proposta della Lega dovesse diventare legge, ne trarrebbero un beneficio non solo gli insegnanti stanziali del nord ma anche quelli migratori dal sud, che tradizionalmente lamentano il trauma finanziario di un trasferimento a Vicenza o a Imperia, per tacere di Milano.

Quanto agli insegnanti stanziali del sud, la situazione resterebbe identica, mentre verrebbero danneggiati solo quelli del nord che decidessero di cambiare vita e andare a lavorare in Puglia, Campania, Calabria. Se si optasse invece per lo status quo, la situazione resterebbe comunque identica per gli insegnanti stanziali del sud, mentre danneggerebbe sia quelli che si trasferiscono a nord e cercano di pagare un affitto decente, sia quelli del nord, ai quali alla lunga non resterebbe che migrare al sud, per farsi pagare comunque altrettanto poco, ma almeno potendosi lamentare di essere stati deportati a causa di una legge razzista sullo stipendio degli insegnanti. Quella che c’è adesso.

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