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L'ordine del giorno

Bocciato il salario minimo, la Lega rilancia con le gabbie salariali

Giulia Casula

Alla Camera passa un odg che chiede di introdurre differenze salariali per il pubblico impiego tra le diverse regioni. Per le opposizioni è "follia" e "l'ennesimo schiaffo alla scuola pubblica"

La Camera ha approvato un ordine del giorno presentato dalla Lega che prevede retribuzioni diversificate per i dipendenti pubblici a seconda del costo della vita di ciascuna regione. L'odg leghista è approdato alla Camera insieme alla legge delega che blocca definitivamente la proposta sul salario minimo voluto dalle opposizioni. Il provvedimento, firmato dal deputato di Fratelli d'Italia Walter Rizzetto, porterà all'elaborazione di un sistema per garantire retribuzioni eque affidandosi alla contrattazione collettiva. Durante l'accesa discussione in Aula, l'atto di indirizzo sulle gabbie salariali è stato varato, quasi in sordina dopo le diatribe sul salario minimo, con il parere favorevole dell'esecutivo rappresentato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. 

L'idea, cara al Carroccio sin dai tempi di Umberto Bossi e più volte affossata nonostante i tentativi di Matteo Salvini, era stata suggerita in precedenza dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, finito nelle polemiche per alcune sue dichiarazioni a favore di una differenziazione regionale degli stipendi dei docenti. "Chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più", aveva detto il ministro, salvo poi fare dietrofront il giorno dopo, assicurando di non aver mai messo in discussione il contratto nazionale. “Non ho mai parlato di compensi diversi fra nord e sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane”, aveva dichiarato Valditara in una nota.

 

 

D'altronde le differenze territoriali tra nord e sud nel livello dei prezzi sono ampie, con scarti significativi tra città e zone rurali all'interno di una stessa regione. Allineare i salari al costo della vita con un provvedimento che sia ben ponderato, come abbiamo già spiegato qui sul Fogliopotrebbe portare dei benefici sia in termini di occupazione e efficienza economica che di uguaglianza. Finora la questione si è sempre risolta in un nulla di fatto, ma ora l'approvazione dell'odg a Montecitorio, pur non vincolando l'esecutivo, potrebbe aprire uno spiraglio sul tema delle gabbie salariali. 

 

 

La proposta non piace alle opposizioni. I Cinque stelle parlano di "follia" e di "ennesimo schiaffo dalla Lega e Meloni alla scuola pubblica". Secondo i deputati grillini in commissione Istruzione alla Camera, le gabbie salariali si tradurrebbero in un divario tra i docenti nelle diverse zone d'Italia: "Dunque gli insegnanti del Centro Sud secondo loro valgono meno di quelli del Nord e devono ricevere stipendi più bassi", si legge in una nota. Anche il responsabile sud del Partito democratico è intervenuto sul tema, accusando l'esecutivo di "puntare esplicitamente a classificare i cittadini del Meridione e delle aree interne quali cittadini di serie B". Sulle barricate anche la Cgil che ha fatto sapere la sua contrarietà "a questi progetti divisivi" e che "continuerà a lottare e mobilitarsi per una scuola pubblica unitaria e per dignitose retribuzioni per tutto il personale della scuola e su tutto il territorio nazionale".