Un fotogramma della quarta edizione del Grande fratello Vip

L'Italia è una repubblica democratica fondata sul Grande Fratello Vip

Antonio Gurrado

Tramite le varie sfuriate dei concorrenti trasformate in grazie è come se si volesse dare l’illusione che ogni popolano può comportarsi coi capricci di un monarca assoluto

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul Grande Fratello Vip: nel senso che s’impernia sull’estensione della celebrità a chiunque accetti di farsi spiare, di far sparlare di sé, di finire sulla bocca di un popolo che coincide con l’audience e si esprime mediante televoto. Un’interessante tendenza di quest’edizione della trasmissione trash, così come emerge prepotentemente dalle cronache, è la propensione alla ramanzina. Lì dove un tempo c’erano lo scandalo collettivo e la squalifica immediata, ora ci sono la paternale sfacciata, lo scappellotto virtuale e un “non lo fare più”. Leggo che Valeria Marini agita rosari e viene rimproverata perché fomenta superstizioni medievali; Fernanda Lessa fa scongiuri perché Antonella Elia semina negatività e viene rimproverata per l’implicita allusione alla jettatura; Asia Valente dà del down a Sossio Aruta e viene rimproverata perché è stata stupida, fino a che non si scusa (con Sossio Aruta). In tutto ciò il povero Fabio Testi ha un figlio in Cina, è giustamente preoccupato per il Coronavirus ma per poter uscire dalla Casa deve prima venire nominato dai coinquilini, che si accordano per farlo e vengono rimproverati perché non è regolamentare mettersi d’accordo – poi però la deroga viene concessa data l’eccezionalità della situazione. È come se tramite questa gragnuola di sfuriate subitamente trasformate in grazie si volesse dare al pubblico degli sconosciuti la sensazione di poter comandare a bacchetta e disporre dei destini dei famosi (inclusi Asia Valente e Sossio Aruta). L’Italia del Grande Fratello Vip è una repubblica democratica fondata sull’illusione che ogni popolano possa comportarsi coi capricci di un monarca assoluto.