Don Patrizio, detto "Padre Joystick"

Forse sarebbe meglio che i giovani se ne andassero all'inferno

Antonio Gurrado

Padre Joystick ha inventato un videogioco su Mosè e dice di sapere parlare di religione usando la lingua dei ragazzi

Mi sta simpatico questo Padre Joystick. Ovviamente non si chiama così: è il soprannome di un cappellano irpino versato nei giochi elettronici che ha appena progettato un videogame su Mosè, in cui bisogna superare dieci livelli per poter salire sul Sinai e ricevere le tavole della legge. Chissà quali saranno questi dieci livelli: sconfiggere i Cananei? Polverizzare il vitello d’oro? Far fuori ventiquattromila ebrei simulando un ordine del Signore? Per non parlare del piccolo dettaglio che in un videogioco si hanno multiple vite mentre il succo della religione è, gratta gratta, che ne abbiamo solo una. Il cardine tuttavia dell’iniziativa di Padre Joystick è che la religione si debba predicare in linguaggio mimetico, parlando come le persone a cui si rivolge. Giusto. Certo però che quando, a titolo di esempio, dice che ai giovani d’oggi bisognerebbe spiegare che “i sommi sacerdoti hanno killato Gesù e Giuda lo ha shoppato per trenta denari”, viene il dubbio se non sia meglio lasciarli finire all’inferno, i giovani d’oggi, e pazienza.

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