Whitney Houston (foto LaPresse)

Ologrammateci tutti

Antonio Gurrado

Whitney Houston va in tournée nonostante sia morta otto anni fa. Prima di lei era toccato a Michael Jackson e Maria Callas. Suggerimenti per possibili sviluppi

Finalmente una buona notizia: è iniziata la tournée di Whitney Houston, nonostante che la cantante sia morta otto anni fa. Dettaglio di poco conto per il pubblico, che si accontenterà di vedere sul palco un ologramma intento a cantare in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Messico e chissà dove ancora. Whitney Houston raggiunge così nel paradiso degli ologrammi Michael Jackson, che si esibì nel 2014 pur essendo deceduto da cinque anni, e Maria Callas nientemeno, morta nel 1977 ma ancora in tour nel 2018. Funzionano talmente bene, questi ologrammi, che è un peccato usarli soltanto per cantanti morti. Ne traggono beneficio sia i cantanti inesistenti, come accade in Giappone ormai da qualche tempo, sia i cantanti vivi, come ha fatto di recente Gianna Nannini a X Factor. Già pregusto un futuro ideale, in cui tutti i cantanti si limitino a mandare in giro i propri ologrammi a dimenarsi per i fan mentre loro restano tranquilli a scrivere e a incidere canzoni sempre più belle. La musica ne trarrebbe grande giovamento. E non solo la musica, se pensate ai possibili sviluppi: autori che mandano ologrammi ai festival così finalmente trovano il tempo per scrivere; politici che mandano ologrammi nei talk-show per poter dedicare l’intera giornata ad amministrare; attori italiani sostituiti da ologrammi nelle fiction così nel frattempo imparano a recitare. Fino a che, un giorno, il fenomeno non diventerà di largo consumo e potremo tutti avere un ologramma che vada in ufficio al posto nostro, che addormenti i bambini mentre guardiamo la partita con gli amici, che vada ai concerti di altri ologrammi così noi evitiamo la ressa e andiamo a letto presto.

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