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Balle incendiarie

Nella terra dei fuochi fatui

Una decina di ragazzetti maschi e femmine, zingarelli scurissimi, cenciosi, i capelli di pece e le narici fervide, mobili come passeri e diffidenti come gatti. Sfilano scalzi lungo la strada statale, alle spalle dell’immensa discarica sequestrata. Seguono una scalcinata serpentina d’asmatici furgoncini, Ape Piaggio dall’aria decrepita e stracarichi d’ogni tipo di rifiuti cittadini, vecchi copertoni d’auto, chili di cavi elettrici ancora coperti di plastica, dimenticate videocassette Vhs, dischi in vinile, scarpe rotte.

08 FEB 2014

Direzione pericolosa

Carte scoperte e coltelli nascosti. Renzi e Letta si fronteggiano così

E’ destino che i due si cerchino, si spiino, si sfuggano, in un conflitto tormentoso e profondo. Mentre dietro l’angolo spunta il capino interessato del terzo incomodo, Lui, ovviamente, Silvio Berlusconi. E così Matteo Renzi ed Enrico Letta intervengono alla direzione del Pd. Il giovane segretario fa capire che le riforme le fa il partito (cioè lui), mentre le rogne spettano al governo (cioè a Letta), a quell’esecutivo di larghe intese sul quale Renzi non esprime valutazioni, cosa che suona già, in sé, come una valutazione.

07 FEB 2014

Le avventure della rottamazione

Rinnovamento sì, ma senza gettare il sasso dove lo fanno tutti

Un giorno Gianfranco Piazzesi, che era un giornalista come dev’essere un giornalista, cioè fantasioso e un po’ insolente, chiese a Franco Evangelisti, che era l’ombra rozza ed eterna di Giulio Andreotti, quali fossero mai le ragioni d’un avvicendamento all’interno d’una grande azienda pubblica, forse l’Enel, forse l’Eni, chissà. Ed Evangelisti, romano di scarse letture, uomo grave e greve il cui fascino risiedeva in quella che si potrebbe chiamare la caratterizzazione della schiettezza, gli rispose così: “Lo abbiamo sostituito perché stasa”.

30 GEN 2014

La rivolta dei campieri

Così i feudatari di Forza Italia assediano di noia il Barone d’Arcore

Nessuno mette in discussione il Barone di Arcore, ma la segreta ambizione d’ogni campiere è quella di diventare sovrastante, ruolo che un tempo fu di Angelino Alfano. E dunque nel feudo di Forza Italia i guardiani delle terre si agitano e si alleano tra loro, Raffaele Fitto dalle Puglie, Nicola Cosentino dal mezzogiorno napoletano guardano ancora con sospetto Giovanni Toti, mentre anche in Sicilia s’ode come un rullio di tamburelli, e a Roma, tutt’intorno al Castello, un bofonchiamento affiora qua e là.

28 GEN 2014

Chi sta manipolando Riina e Lorusso? I dubbi e le domande di Violante

“Il buon senso e la dignità richiedono che sulle parole di Totò Riina, e sul meccanismo con il quale sono state acquisite si faccia chiarezza”, dice Luciano Violante. Alberto Lorusso, il boss della Sacra corona unita, detenuto al 41 bis, l’uomo che parla (e sembra imbeccare) Riina, l’agente provocatore, per conto di quale apparato dello stato ha avvicinato il vecchio capo della cupola? Qual era la missione di Lorusso? “Mafia e potere pubblico”, dice Violante, “si sono sempre reciprocamente manipolate nella storia. Ma oggi chi manipola chi? Si è usato Riina per lanciare un messaggio o Riina per la stessa ragione ha usato se stesso?”.

25 GEN 2014

Ombre, reticenze e omertà dell’antimafia chiodata raccontate da Macaluso

Individua “tre omertà” nel fronte dell’antimafia militante, tre omertà che fanno affiorare torbido l’inestinguibile sospetto che le intercettazioni di Totò Riina siano l’ultima delle patacche sulla trattativa, la spia allarmante del solito cortocircuito tra politica, informazione e giustizia. Poi Emanuele Macaluso dice che “adesso non so se debba occuparsene il Parlamento, la magistratura, il ministero della Giustizia o la commissione Antimafia”.

24 GEN 2014

Parola all’Antimafia

A chi giova provocare Riina e rimestare nel torbido della “trattativa”

Quale magistrato ha autorizzato le intercettazioni dei colloqui di Totò Riina in carcere? Qualcuno ha imbeccato il detenuto Alberto Lorusso, che sa rivolgersi a Riina come se volesse pilotare le sue risposte? Possibile che nessuno si attivi per difendere la presidenza della Repubblica mostrificata nelle parole del capomafia? Il ministero della Giustizia tace. Ferrara Riina, lo stato come agente provocatore. Subito un’inchiesta

23 GEN 2014

Il vecchiume di Letta

Non commenta, non difende, chiuso a Palazzo Chigi tace e la vita agra del suo partito – quel Pd sospeso tra Matteo Renzi e Gianni Cuperlo, tra vecchio e nuovo, tra botte e dimissioni, ipotesi scissioniste e tormenti – lo interessa solo nella misura in cui questo contundente tramestìo possa lambire ciò che più gli sta a cuore, la stabilità. Ma il silenzio di Enrico Letta, la sua neghittosità all’azione, comincia a diventare un problema per le forze che sostengono il governo, e persino per Giorgio Napolitano che – dicono – lo vorrebbe più tosto questo suo giovane presidente del Consiglio.

22 GEN 2014

Il Cav. della patria

Gli va bene tutto, gli va bene il doppio turno proposto da Matteo Renzi, ha accolto con una scrollata di spalle la notizia (attesa) che il 10 aprile sarà deciso il suo affidamento in prova ai servizi sociali, e ormai ha accettato persino l’idea che il governo possa durare, “così Letta un anno di vita lo guadagna”, lo ha avvertito al telefono Denis Verdini, l’uomo della trattativa. E insomma per Silvio Berlusconi si sta schiudendo, con l’inverno, una speranza di pace.

21 GEN 2014

Eccoci sotto le forche di Benevento

Angelino Alfano la conforta, le dice “brava”, mentre tutt’intorno nei corridoi di Montecitorio e nella piazza del Parlamento, di fronte al Palazzo mezzo vuoto, i deputati del Pd e di Scelta civica si rimpallano un’altra parola, ma se la scambiano come di contrabbando: “Dimissioni”. Persino Pippo Civati, scavezzacollo com’è, scopre la virtù del dire e non dire, “non chiedo le dimissioni della De Girolamo come invece feci per il ministro Cancellieri, ma penso che dovrebbe fare un passo indietro perché la vicenda è imbarazzante”. Non chiede le dimissioni, eppure le vuole.

18 GEN 2014
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