• Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
Il Foglio
  • Abbonati
  • Il Foglio AI
  • La guerra in Ucraina
  • Papa Leone
  • Podcast
  • Editoriali
  • Leggi il Foglio
  • Newsletter
  • Lettere al direttore
Il Foglio
  • Politica
  • Esteri
  • Chiesa
  • Bioetica e diritti
  • Giustizia
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Salute
  • Scuola
  • Cinema
  • Scienza
Abbonati
Leggi il foglio
  • Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
  • Gran Milano
  • Roma Capoccia
  • Il Foglio europeo
  • Review
  • Un Foglio internazionale
  • Terrazzo
  • Una Fogliata di Libri
  • Il Figlio
  • Mobilità
  • Agrifoglio
  • Rubriche
  • Conosci i foglianti
  • Lettere al direttore
  • Le vignette di Makkox
  • Gli articoli del direttore
  • Gli articoli di Giuliano Ferrara
  • Il Foglio Arte
  • Il Foglio della Moda
  • Podcast
  • Editoriali
  • Iscriviti alle newsletter
  • Stage al Foglio
Conosci i foglianti
  • 1
  • ...
  • 128
  • 129
  • 130
  • ...
  • 135

Corporate Usa in subbuglio

Gli spiriti animali di Microsoft addentano il ricco buonismo di Gates

Bill Gates rischia di essere estromesso dalla sua Microsoft; ma nel frattempo non riesce a diventare povero. Per Gates potrebbe infatti verificarsi lo stesso destino del suo rivale di sempre, Steve Jobs, quello di essere estromesso dall’azienda da lui fondata: come capitò al suo collega nel 1985, anche il patron di Microsoft rischia infatti di essere sfiduciato dai suoi azionisti; lo riferiva ieri il Guardian citando fonti vicine alla società. Secondo il quotidiano, tre dei principali investitori dell’azienda di Redmond vorrebbero che Gates lasciasse la carica di presidente, per procedere a un rinnovamento drastico del gruppo.

03 OTT 2013

Il magnate dell’oro (anti Murdoch) e il vento che gira in Australia

Le elezioni australiane di sabato scorso saranno ricordate non solo per la vittoria dei conservatori finora all’opposizione e per il flop del wiki-candidato Julian Assange, ma anche per l’exploit di un curioso personaggio. Alle elezioni parlamentari di sabato infatti l’opposizione conservatrice guidata da Tony Abbott ha vinto con il 53 per cento dei consensi contro il 47 per cento dei laburisti di Kevin Rudd, al potere da sei anni. Per il fondatore di Wikileaks, a cui alcuni analisti prospettavano un risultato intorno al 25 per cento, si è registrato un modestissimo 0,62 per cento con circa diecimila voti, e nessuna possibilità di entrare in Parlamento.

10 SET 2013

Ora anche i “pulcini” (nel loro piccolo) bastonano Hollande

Francia fuori dalla recessione? Forse: ieri l’Istituto nazionale di statistica (Insee) ha rilasciato le cifre sul pil del secondo trimestre, che confermerebbero l’ottimismo del presidente della Repubblica François Hollande. Il capo dello stato il 14 luglio aveva detto che “la ripresa c’è” soprattutto in base alla produzione industriale, che secondo l’Eliseo avrebbe “rifiatato in maniera più rapida in Francia rispetto ai partner europei”. Ieri i dati sul pil sono andati meglio delle attese, con un miglioramento dello 0,5 per cento, contro lo 0,2 per cento previsto; eppure forse è presto per parlare di ripresa, proprio a partire dai dati sulla produzione industriale, che nei giorni scorsi hanno deluso.

15 AGO 2013

Da Bezos a Buffett, i grandi capitalisti americani non replicano l’arrendevolezza di quelli italiani sul Corriere

Non c’è solo il Washington Post, glorioso quotidiano americano che due giorni fa è passato al proprietario di Amazon, Jeff Bezos, per 250 milioni di dollari. Nei giorni scorsi sono arrivati altri acquisti singolari nell’editoria americana: il Boston Globe, passato al proprietario della squadra di baseball dei Red Sox. E ancora, il settimanale Newsweek, di proprietà del tycoon californiano Barry Diller, andato alla Ibt Media che pubblica l’International Business Times. Ma negli ultimi tempi si è assistito anche alle trattative del colosso Tribune per la vendita del Chicago Tribune e del Los Angeles Times, così come allo scorporo della divisione intrattenimento da quella editoriale di News Corp., il gruppo di Rupert Murdoch.

07 AGO 2013

La morte di Schloter, "vittima" dell’iper comunicazione

Continua il mistero sulla morte dell’ad di Swisscom, Carsten Schloter. Il manager di 49 anni guidava il primo gruppo di tlc elvetico. E’ stato trovato morto martedì mattina nella sua casa di Friburgo. La polizia al momento non ha altre ipotesi che il suicidio. Quelli che hanno conosciuto Schloter sono restii a considerare questa ipotesi. “Mi sembra incredibile. Non lo sentivo da 15 giorni, perché era andato in ferie, ma stava bene e non era in nessun modo un uomo depresso. Me l’ha confermato anche chi ci ha parlato fino a poche ore prima”, ricorda al Foglio un manager che ha lavorato con Schloter. “Nessuno se l’aspettava, e davvero in azienda siamo tutti sconvolti”. Brambilla Perché lo “scorporo” della rete è un affare da monopolisti - Salemi Dopo la moneta, avanza l’idea della “cornetta” unica europea

25 LUG 2013

Ecco come al G20 di Mosca è venuta fuori la balla dei Brics

E’ partito ieri a Mosca il G20, consueta riunione dei venti paesi più industrializzati, dedicato a lavoro e finanza. Sul primo fronte, nella capitale russa si sono incontrati anche i rappresentanti dei sindacati internazionali (per l’Italia il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso,  e i ministri del Lavoro e delle Finanze, Enrico Giovannini e Fabrizio Saccomanni) per affrontare l’emergenza occupazionale che dovrebbe portare nel 2013 ad avere 200 milioni di persone senza lavoro nel mondo, di cui quasi la metà (93 milioni) nelle venti economie più sviluppate. Sul fronte della finanza, invece, il focus è su un possibile giro di vite all’elusione fiscale delle multinazionali, insieme alla crescita  economica globale dopo le politiche monetarie espansive degli ultimi anni.

19 LUG 2013

Armi non convenzionali

Nella guerra di Draghi in difesa della sua Bce spuntano due bei paper

Il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, difende il suo operato non solo a parole ma anche con le carte. Da settimane il capo della Bce non perde occasione per rivendicare con forza la legittimità e l’efficacia delle sue scelte. Ultimo in ordine di tempo, il discorso tenuto a Gerusalemme durante un convegno in onore di Stanley Fischer, governatore della Banca centrale israeliana e maestro dello stesso Draghi. “La politica monetaria resterà accomodante fin quando necessario”, ha detto Draghi tre giorni fa. “Monitoreremo tutte le informazioni in arrivo sugli sviluppi economici e monetari, e rimarremo pronti ad agire se necessario”.

21 GIU 2013

Piccoli Draghi con grandi problemi / 1

Chi è Belka, banchiere polacco che ripudia l’euro e sfida il governo

Falco liberista, economista roccioso che ha applicato le ricette di Friedman in Iraq: Marek Belka, sessantunenne governatore della Banca centrale polacca, è ormai un personaggio da prima pagina per i suoi continui rifiuti di allentare la morsa monetaria e i consigli quasi mai richiesti al governo di Varsavia. I paparazzi adesso lo inseguono per strada, come quando lo fotografarono nell’ottobre scorso mentre comprava delle birre in una drogheria, proprio dopo che la Banca di Polonia aveva rifiutato di tagliare i tassi. Leggi Mps verso l’abbraccio statale. Sarà l’ultimo salvataggio in Europa? di Alberto Brambilla

22 FEB 2013

Borsa psichiatrica

C’è stato un tempo in cui “greed” era “good” e la figura di un trader pur chiaramente psicotico come Gordon Gekko, immaginata da Oliver Stone per il suo “Wall Street”, ispirava generazioni di studenti verso le facoltà di Economia e poi verso le sale contrattazioni in un tripudio di accettazione sociale e bonus. Adesso invece, dopo sei anni di crisi, non solo l’avidità non è più buona – lo stesso regista ha fatto nel 2010 un sequel vagamente riparatorio – ma la società reagisce con la medicalizzazione del fenomeno e il broker schizzato finisce in clinica. Leggi l'editoriale Lady Spread si sveglia in Europa, ma in Italia si rischiano guai seri - Leggi Banche in crisi di credibilità e di credito, cercansi quattrini

05 FEB 2013

Ritratto di un contrarian

Così Blanchard è diventato l’icona dell’anti austerity

Keynesiano, scorretto, controcorrente. Socialista con tratti liberisti. Anti austerity, sempre. Non ha stupito più di tanto nei giorni scorsi l’ennesimo intervento di Olivier J. Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale, sui danni che le politiche di austerità avrebbero provocato in questi anni. In un paper intitolato “Growth Forecast Errors and Fiscal Multipliers”, l’economista ha ammesso che il moltiplicatore fiscale, cioè il rapporto tra tagli al deficit e diminuzione della crescita, è molto più alto di quanto si pensasse.

14 GEN 2013
  • 1
  • ...
  • 128
  • 129
  • 130
  • ...
  • 135
Il Foglio
  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Pubblicità
  • FAQ - Domande e risposte
  • RSS
  • Termini di utilizzo
  • Change privacy settings
Torna All’inizio