Nuovi super ricchi. I nababbi dello 0,01 per cento se la spassano sui superjet

Michele Masneri

E’ in arrivo infatti uno squadrone di super ricchi mondiale molto più agguerrito, quello dello 0,1 per cento, con ricchezze oltre i 20 milioni di dollari, e con un fratello maggiore, lo 0,01 per cento, quelli con oltre 100 milioni, che non si preoccupano molto di Piketty ma pensano soprattutto a divertirsi.

Roma. Contrordine compagni, l’1 per cento è sorpassato. E soprattutto è in crisi. E’ in arrivo infatti uno squadrone di super ricchi mondiale molto più agguerrito, quello dello 0,1 per cento, con ricchezze oltre i 20 milioni di dollari, e con un fratello maggiore, lo 0,01 per cento, quelli con oltre 100 milioni, che non si preoccupano molto di Piketty ma pensano soprattutto a divertirsi.

 

L’allarme democratico è stato lanciato nei giorni scorsi da uno studio congiunto dell’Università di Berkeley e della London School of Economics. Secondo gli economisti Emmanuel Saez e Gabriel Zucman, almeno la metà della diseguaglianza americana degli ultimi trent’anni non è stata causata dal famoso 1 per cento, bensì da un nucleo più agguerrito, uno 0,1 per cento delle famiglie più ricche degli Stati Uniti. Sono poche, circa 160 mila famiglie, ma posseggono un patrimonio medio di venti milioni di dollari a testa. Ma c’è una cupola ancora più inavvicinabile, quelli dello 0,01 per cento: 16 mila famiglie con portafogli superiore ai 100 milioni di dollari; questi si arricchiscono molto più velocemente rispetto ai loro cugini poveri: se i “poracci” dell’1 per cento hanno visto le loro ricchezze salire solo del 3,9 per cento annuo dal 1986 al 2012, al contrario, il Bilderberg dei ricchissimi cresce a ritmi più sostenuti, e lo 0,01 per cento ha visto i propri patrimoni raddoppiare in quota di ricchezza nazionale dal 2002, fino a raggiungere l’11 per cento dei risparmi americani. “La ricchezza si sta concentrando sempre di più negli Stati Uniti”, si legge nel paper; e “questo fenomeno appartiene in gran parte alla spettacolare dinamica di crescita di ricchezze di centinaia di milioni di dollari, più che a patrimoni di pochi milioni di dollari”.

 

[**Video_box_2**]Questi nuovi capitalisti, secondo lo studio di Saez (che appartiene alla scuola di Piketty) e Zucman, sono più giovani dei loro genitori; e, presumibilmente, hanno anche una propensione al consumo vistoso, come l’avrebbe definito Thorstein Veblen. Altri dati mostrano infatti un clamoroso boom dell’oggetto simbolo del complotto pluto-giudo eccetera, cioè i jet privati. Secondo un rapporto di Citigroup, citato dal sito Cnbc, il mercato dell’aviazione privata si sta polarizzando: da una parte, i jet più poveri sono profondamente in crisi; dall’altra, si assiste a un vero boom dei velivoli più costosi e opulenti. I jet proletari, quelli da 10 milioni di dollari, sono infatti in flessione del 17 per cento dal 2012 a oggi; al contrario, la fascia alta dell’aviazione privata registra un più 18 per cento. Un mercato talmente fiorente da richiedere adeguati finanziamenti: Blackstone, una delle case di investimento più rilevanti, ha appena lanciato un suo fondo destinato a finanziare l’industria del superlusso volante, che stima in 280 miliardi di dollari a livello globale. Blackstone Global Jet Capital, dotato di 2,5 miliardi di dollari, finanzierà quindi privati e imprese nell’acquisto del proprio aereo di fascia alta, cioè sopra i 30 milioni di dollari. Intanto anche i produttori si attrezzano: Gulfstream, la Rolls-Royce degli aerei privati, ha lanciato il mese scorso due nuovi modelli, il G500 e il G600, che rappresentano il top dell’aviazione aziendale, con prezzo base di 43 milioni di dollari, e consegne previste per inizio 2018.

 

Ma i clienti dello 0,1 e dello 0,01 per cento sono molto impazienti, e si sta configurando un mercato parallelo: secondo Cnbc, Bernie Ecclestone, re della Formula 1, ha comprato il suo Gulfstream G650 – prezzo base 64 milioni di dollari, consegne previste nei primi mesi del 2017 – e l’ha immediatamente rivenduto con una plusvalenza di 6 milioni di dollari. Però con il Gulfstream siamo ancora nell’ambito degli aerei di serie: per i nuovi affluenti, l’obiettivo è quello dei jet commerciali modificati; Boeing sta ricevendo ordini superiori al previsto per il suo 777-300, che normalmente ospita 400 passeggeri, e addirittura per il 747, il “jumbo” da 100 milioni di dollari utilizzato finora come aereo da “single” solo dal sultano del Brunei e da Barack Obama con l’Air Force One.

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