Un bacio, un bacio ancora Il Cav. melodrammatico, paternalista, buono e giocoso con tutti Alla fine di tutto lo ha baciato d’istinto, il Floris, martedì sera a “Ballarò”. E sì che il ragazzo non era stato poi così morbido nella conversazione, tutt’altro, sebbene sia ormai l’analogo televisivo dell’ottimo cornetto integrale al miele, ma quel bacio vuole dire molto nel linguaggio teatrale di Berlusconi, linguaggio perfettamente riprodotto, in satira, da un Crozza mai così esperto e formidabile ritrattista dell’intimo dei suoi personaggi. Giuliano Ferrara 07 FEB 2013
L'inutile censura sull'inutile filmetto del solito Emmott Bill Emmott ha diretto per molti anni una rivista settimanale molto importante e autorevole, l'Economist. Ha scritto libri sulla crescita asiatica, ha fatto campagna contro Berlusconi («unfit to lead Italy»), poi si è preso del tempo per sé ed è venuto da qualche anno a vivere in Italia. È editorialista della Stampa, spende volentieri il suo ingegno per capire il Paese d'adozione recente, ha firmato un documentario sul declino italiano in cui si parla, a partire dal titolo, di una cara ragazza finita in uno stato di coma (Girlfriend in a Coma), che poi sarebbe questo Paese. Leggi Emmott appoggia Bersani e il club degli ottimati che salverà l’Italia di Mattia Ferraresi Giuliano Ferrara 04 FEB 2013
Siamo fondati sul lavoro, ma non si capisce in che senso La parola “lavoro” ha uno strano destino in questo paese. Non ho niente contro la valorizzazione del “lavoro”. Va più che bene che un giornalone tribunizio come la Repubblica di Mauro e Zagrebelsky faccia ideologia lavorista a Torino, con un festival in cui le star sono giuristi militanti e sindacalisti Fiom e intellettuali pubblici della carovana Cgil, da un lato, e dall’altro l’imprenditore che più di ogni altro ha reso controverso il concetto di lavoro nel panorama della crisi industriale italiana e internazionale, Sergio Marchionne. Giuliano Ferrara 03 FEB 2013
Tra i due contendenti la Cgil gode Ora va di moda dargliele a Monti oppure, a parti rovesciate, dargliele a Berlusconi. I due si picchiano di santa ragione, dopo la lunga stagione dell’idillio, e Bersani si agita o finge di agitarsi nei meandri della sua Italia giusta, con capitale a Rocca Salimbeni, Siena. Vabbè. Ma la Camusso? La leader della Cgil rischia di essere il vincitore delle elezioni. Vendola, lo si è visto, non serve a niente e conterà poco, disturba, fa casino, vuole un marito e un figlio, sarà accontentato come Elton John in Inghilterra, ma a sinistra c’è sempre uno più puro che ti epura. Giuliano Ferrara 28 GEN 2013
Le spregevoli motivazioni di chi vuole le nozze gay Questo mi fa impazzire, non il bouquet di fiori scambiato da marito a marito, da moglie a moglie, a tutto ci si abitua, ma la motivazione di Maria Miller, ministro della Cultura a Londra: “Crediamo che il matrimonio sia una buona cosa e vogliamo incoraggiare più coppie a unirsi”. E’ una bella presa per il culo, no? Capisco le prime due righe del bill che tra qualche mese ai Comuni e ai Lord sarà votato da laburisti e liberali e conservatori in funzione di progressisti: “Il matrimonio di coppie dello stesso sesso è legale”. Giuliano Ferrara 27 GEN 2013
Ma cosa ci ha fatto questo Monti? Evocato e intervistato da Marco Valerio Lo Prete nella nostra lunga inchiesta sulla democrazia “a trazione elitaria” ovvero sul montismo, fino a ieri per noi Nathan Gardels era un guru californiano liberal, ma assalito dalla realtà, ripescato e rilanciato da Mario Monti e dall’eurodeputata liberale Sylvie Goulard in sapide note al testo di un loro pamphlet sulla democrazia in Europa. Una voce interessante, un americano conoscitore dell’Italia, uno controcorrente. Leggi Il mistero non è Monti, ma gli italiani di Nathan Gardels Giuliano Ferrara 22 GEN 2013
Nel paese in cui si candida l'Inquisitore, il problema non sono gli inquisiti Il parlamentare Mirello Crisafulli è stato escluso dalla candidatura a Enna per decisione dei probiviri del Pd, i giacubbini. Era stato regolarmente votato dall'80 per cento del corpo elettorale del partito della sinistra nelle primarie tanto celebrate di appena un mese fa. Una campagna di stampa lo ha “inchiodato” alla sua grave responsabilità penale: un rinvio a giudizio per concorso in abuso d'ufficio, l'asfaltamento di una strada che passa nei pressi della sua abitazione da parte di un'amministrazione che Crisafulli poteva influenzare, la Provincia di Enna. Grottesco. La democrazia messa sotto i piedi. Reati come caciocavalli appesi, direbbe Benedetto Croce. Giuliano Ferrara 21 GEN 2013
Stille, un grande libro che uccide il padre e lo resuscita nel figlio Mi imbatto per la seconda volta nel libro di un figlio che in questo secolo piuttosto stronzo sente il dramma del suo conformismo nel confronto con la cinica noncuranza etica del padre novecentesco, e sublima il dramma nella scrittura memoriale, raccontando la storia della sua famiglia. Il primo caso un anno o due fa è stato quello di Gad Lerner e del suo Scintille, un bel viaggio alle radici dell’ebraismo aspro, tragico, sulle tracce di un padre un po’ matto di famiglia, idiot de la famille, e della dolcezza orientale del ramo libanese materno. Ora ho letto un capolavoro nel genere dei memoirs, il libro di Alexander Stille su suo padre e sua madre. Giuliano Ferrara 20 GEN 2013
Perché scaviamo nella novità di oggi: la democrazia a trazione elitaria Lo sforzo che facciamo è quello non già di parteggiare per la democrazia, per la sovranità che appartiene al popolo, per la Costituzione, il che sarebbe banale o almeno inutilmente encomiastico: no, vogliamo descrivere un tema, che si è preso il proscenio senza dubbio, ma anche in uno stato di stuporosa omissione, nessuno che ne rifletta, che ne parli in modo sufficientemente aperto. Leggi Un democratico riluttante - La semidemocrazia di Monti: parla Gardels - Evviva i tecnocrati! Parla Goulard - L’areopago delle elite di Marco Valerio Lo Prete Giuliano Ferrara 17 GEN 2013
Sicuri che questa sia la strada vincente? Lo riconosco. Se Berlusconi avesse scelto la linea che aveva perseguito per mesi e che a me, ostile all'inizio, era sembrata infine più che sensata, non avrebbe mai potuto dare battaglia da Santoro e vincere alla grande contro l'amena coppia degli inquisitori. Non avrebbe parlato in modo eloquente alla nostra pancia, alle nostre pulsioni, al nostro disgusto per le ipocrisie degli Arcinemici del Cav, e invece che il grande entertainer sarebbe arrivato in tv il grande impacciato. La linea "tutti per l'Italia", così l'avevo battezzata, voleva dire una cosa semplice e sensata ma priva dell'appeal televisivo e oratorio speciale che ha la “resurrezione” di Villa Gernetto, cioè il passaggio al grido “muoia Monti con tutti i filistei”, avvenuto esattamente e pasqualmente tre giorni dopo la dichiarazione del 24 ottobre scorso. Giuliano Ferrara 14 GEN 2013