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G8 liberoscambista (e pure fiscalista)

I leader del G8 vogliono forse credere che la crisi della zona euro sia ormai alle spalle, e così in cima all’agenda del summit di Enniskillen hanno messo non soltanto il commercio (“la Nato dell’economia” tra Stati Uniti e Ue) ma anche la lotta all’elusione e all’evasione fiscale. Perché? I leader del G8 vogliono credere che la grande crisi della zona euro sia ormai alle spalle e, così, in cima all’agenda del summit di Enniskillen hanno messo il commercio e la lotta all’elusione fiscale. L’avvio dei negoziati per “la Nato dell’economia” è stato annunciato ieri: l’obiettivo è creare “un’alleanza economica tanto forte quanto la nostra alleanza diplomatica e di sicurezza”, ha spiegato il presidente americano, Barack Obama.

18 GIU 2013

Spiate transatlantiche

L’Europa s’indigna: Obama ci spia come se fossimo sauditi qualsiasi

Doveva essere il “viaggio JFK” di Barack Obama, la replica contemporanea dell’“Ich bin ein Berliner”, in un discorso alla Porta di Brandeburgo, dopo quello alla Colonna della Vittoria di Berlino che nel luglio del 2008 fece innamorare l’Europa di un giovane candidato democratico pronto a porre fine alla guerra in Iraq e a chiudere Guantanamo. Invece, quando arriverà nella capitale tedesca la prossima settimana, Obama sarà guardato senza l’ardore di sempre, dopo le rivelazioni del Guardian e del Washington Post sui programmi di sorveglianza di massa condotti dalla National Security Agency (Nsa).

13 GIU 2013

No austerità, no riforme?

Bruxelles allenta i vincoli, l'Italia esce dalla procedura d'infrazione

Ieri la Commissione europea ha decretato la fine della stagione dell’austerità, con la proposta di chiudere la procedura per deficit eccessivo per cinque stati membri e di concedere più tempo a sette paesi per riportare il disavanzo sotto il 3 per cento del pil. L’Italia – insieme a Ungheria, Lettonia, Lituania e Romania – è rientrata nel gruppo dei virtuosi che rispettano i limiti del Patto di stabilità europeo. Francia, Spagna, Slovenia e Polonia hanno ottenuto due anni in più per scendere sotto la soglia di Maastricht. Olanda e Portogallo avranno una proroga di un solo anno.

29 MAG 2013

A rischio gli aiuti europei

Cipro si ribella alla “lezione morale” Ue, così l’emergenza non finisce

Bruxelles. La zona euro è di nuovo in stato di emergenza, dopo che il Parlamento di Cipro ieri si è ribellato al “prelievo di stabilità” sui depositi bancari, chiesto dall’Eurogruppo in cambio di un prestito da 10 miliardi di euro. Il governo di Nicosia aveva escluso i depositi sotto i 20 mila euro, mantenendo il prelievo al 6,75 per cento per quelli sotto i 100 mila euro e al 9,99 per cento per quelli superiori. Ma non è bastato ai parlamentari ciprioti che, pronti ad assumersi il rischio di una bancarotta e un’uscita dall’euro, hanno bocciato il prelievo con 36 “no” e 19 astensioni. Il presidente Nicos Anastasiades aveva ammesso di non avere la maggioranza per una misura “considerata ingiusta”.

19 MAR 2013

Belli e ingovernabili

L’Italia, rigorosa sui conti, rischia di finire dietro la lavagna dell’Ue

Senza una “prospettiva Monti”, il paese primo della classe per risanamento dei conti e riforme è nuovamente dietro alla lavagna dell’Eurogruppo. Ieri, mentre sui mercati tornavano a circolare voci di un possibile declassamento dell’Italia causa ingovernabilità, e malgrado una situazione di bilancio molto più rassicurante di buona parte dei partner europei, il nostro paese è tornato in cima alle preoccupazioni dei ministri delle Finanze della zona euro riuniti a Bruxelles. “Il risultato delle elezioni in Italia ha creato incertezza sui mercati e ora molto dipende da quanto rapida sarà la formazione del nuovo governo”, ha dichiarato il ministro delle Finanze finlandese, Jutta Urpilainen. Leggi Marchionne: "Occorre ridare credibilità e certezza al paese"

04 MAR 2013

Quegli europeisti che si compiacciono all’idea dell’uscita di Londra

Bruxelles. C’è sempre quella fastidiosa tendenza tutta britannica a fare “cherry-picking” con l’Unione europea, come l’ha definito il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, a prendere il meglio che c’è e ignorare il resto, ma l’establishment europeo ed europeista ha reagito con sollievo al discorso di ieri di David Cameron sulle relazioni tra il Regno Unito e l’Europa. La Commissione “saluta il fatto che David Cameron desideri restare nell’Ue”, ha detto la portavoce del presidente dell’esecutivo comunitario, José Manuel Barroso. Leggi Sono eretico e britannico. Cameron lancia il referendum sull’Ue

24 GEN 2013

Euro-egemonia

E’ una nuova zona euro molto tedesca quella che i leader europei stanno costruendo, tra Ecofin straordinari sulla supervisione bancaria e vertici ordinari sulla Road map verso una “vera unione economica e monetaria”. L’accordo raggiunto alle quattro del mattino di ieri dai ministri delle Finanze dell’Ue per trasferire la vigilanza bancaria alla Bce è stato definito “storico” dal commissario ai Servizi  finanziari, Michel Barnier.

14 DIC 2012

La crisi europea non è finita/2

Il malato d’Europa

La Francia non uscirà dalla crisi economica almeno fino al 2016. A dirlo non è Moody’s, l’agenzia di rating che lunedì ha cacciato la Francia dal suo club della tripla A, unendosi al coro di avvertimenti sui mali economici che colpiscono la seconda economia della zona euro. Per Moody’s, che ha tagliato il rating da AAA a Aa1, la Francia soffre di “una sostenuta perdita di competitività”, di “rigidità nei mercati del lavoro, dei beni e dei servizi”, di “un calo della domanda interna ed esterna”, e dell’eccessiva esposizione alla periferia della zona euro “attraverso il suo sistema bancario”.

21 NOV 2012

Il sonno dei mercati genera mostri

Al primo vertice senza la pressione dei mercati, al primo confronto serio sulla futura architettura della zona euro, i leader europei hanno fatto emergere le loro divisioni su come costruire l’Unione economica e monetaria 2.0, la nuova versione della zona euro. Da una parte c’è la Germania, disponibile a compiere altri gesti di generosità, ma a condizione che gli altri partner accettino una zona euro federalizzata per riparare le falle della costruzione originaria della moneta unica. Leggi Monti contro l’abbraccio corporativo di Marco Valerio Lo Prete

18 OTT 2012

L’Aia sorride ai falchi d’Europa

Dovevano essere le elezioni della disfatta dell’Europa e della sua gestione della crisi, una ripetizione del referendum del 2005 nel quale il 61,54 per cento degli olandesi aveva detto “no” al progetto di trattato costituzionale europeo. Il voto del 12 settembre era stato annunciato come precursore di quel che avrebbe subito il resto di un continente incapace di uscire dalla crisi della zona euro: un’ondata di populismo di destra e di sinistra, contrario all’austerità in patria e alla solidarietà all’estero. E invece, “a Bruxelles stanno festeggiando”, come ha detto Geert Wilders.

20 SET 2012
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