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Consigli non richiesti a Sharloti Calenda

Costantino della Gherardesca

E’ l’uomo più odiato della sinistra dura e pura, perché ha un’idea di economia

Se c’è un personaggio che alla sinistra-vera proprio non va giù è Carlo Calenda. Inutile in questa sede dilungarsi su quanto le critiche che gli vengono rivolte siano masochiste, il popolo ha scelto: Calenda non va bene perché parla troppo di economia e poco di valori. E davanti a questo verdetto senza appello, a noi anime volenterose non resta che dare qualche consiglio al povero Carlo, qualche aggiustamento di tiro per adattare il suo algido profilo confindustriale alle esigenze popolaresche della sinistra cripto-sovranista italiana:

Evirazione: non più Carlo, ma Charlotte. Un taglio netto e inequivocabile all’immagine di “rappresentante del patriarcato”. Anzi, non Charlotte, bensì شارلوتي (si pronuncia “Sharloti”). Il nome francese potrebbe rievocare nelle menti più sensibili i bombardamenti di Sarkozy in Libia.

 

Un cagnolino sempre al suo fianco: Sharloti Calenda non dovrebbe mai più apparire da sola, ma sempre in compagnia del suo adorato amico a quattro zampe: Sentimenti, uno yorkshire terrier che si è coraggiosamente dichiarato brucellosi-survivor e gira sempre sciolto, perché per principio non è sottoposto all’egemonia del guinzaglio. Adottandolo, Sharloti Calenda lo ha strappato a un’esistenza da incubo, un vero e proprio neverending tour dei peggiori canili d’Italia. Il burrascoso passato di Sentimenti sarà ampiamente raccontato in appositi speciali su tutte le testate del gruppo Gedi.

 

Body positive: Sharloti aveva già dei leggerissimi problemi di peso quando era Carlo, figuriamoci adesso senza coglioni e testosterone. Ovviamente la situazione può essere facilmente rigirata a suo vantaggio politico. Sharloti pretenderà “diversity” in ogni luogo, sarà una sua priorità assoluta: fotomodelle grasse, rugbisti magri, giocatori di basket bassi e tiratrici di arco non vedenti.

 

Impatto zero: a causa dei suoi 230 chili, Sharloti faticherà a girare in bicicletta ovunque (personalmente mi auguro che presto si aggiri per le strade della melanconica Bruxelles), ma per il bene dell’Europa lo farà. Visti i cambiamenti ormonali, Calenda (oltre la pancia) avrà anche un possente sedere, apprezzato dalla comunità afro-europea. Il sedere di Calenda a malapena entrerà nell’utilitaria elettrica a due posti con cui farà la tratta Bruxelles-Strasburgo in compagnia della sua fedele social media manager Nazgol, sciita. Nazgol documenterà con delle Instagram stories i soia-shake al burro di arachidi e i seitan-burger che Sharloti mangerà da contenitori riciclati e riciclabili.

 

Una causa per cui lottare: senza un obiettivo geopolitico preciso, non sei nessuno. Limitarsi a promettere il rilancio politico ed economico di un continente non è abbastanza. Per questo la campagna elettorale per le europee di Sharloti dovrebbe essere tutta incentrata su qualcosa di tangibile: lo zigolo dal collare. A quanto pare i cinesi ne mangiano a chili perché attribuiscono a questo sfortunato ma grazioso e fotogenico volatile delle non meglio precisate potenzialità disintossicanti. Lo zigolo dal collare rischia l’estinzione e Sharloti, quando sarà a capo della Commissione, riuscirà a far nascere sotto la bandiera dello zigolo il primo vero esercito militare unito europeo.

 

“In gioventù, dopo ore a spezzarmi la schiena tra i filari di vite” ricorderà la nostra Sharloti durante una toccante confessione in diretta Instagram, “tiravo fuori la mia copia lisa del Compendio del Capitale, mi sedevo sull’erba e, non appena sentiva il fruscio delle pagine, lo zigolo si posava sulla cinghia sinistra della mia salopette.” In pochi istanti, Sharloti sarà ricoperta di cuoricini ed emoji piangenti. “Dopo una settimana, gli avevo insegnato a fischiettare l’Internazionale… In quei giorni di studio e fatica, il canto di quello zigolo era il mio solo momento di pace” dirà la sognante Sharloti, mentre da lontano si sentiranno crollare le ultime resistenze della sinistra-vera.

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