UNA FOGLIATA DI LIBRI

Teoria dell'azione politica

Giuseppe Perconte Licatese

La recensione del libro di Raymond Aron, Marsilio, 320 pp., 22 euro 

Un recensore d’oltremanica, ammirato, concluse una volta che con l’opera di Raymond Aron anche la teoria delle relazioni internazionali del Novecento aveva finalmente il suo primo classico. Questo corso di lezioni tenuto nel 1973, conservato come dattiloscritto alla Bibliothèque Nationale de France e uscito in traduzione italiana ancora prima che in lingua originale, documenta tanto alto magistero e la “proverbiale eloquenza” di un professore, come scrive il curatore Giulio De Ligio, “capace di parlare, a lezione, come se stesse in realtà scrivendo”. Aron non doveva accontentarsi, come traccia da seguire, di meno di un testo articolato, dove nulla fosse lasciato all’improvvisazione e dove non vi fosse argomento mal ponderato. E’ questione di tono di voce, di equilibrio intellettuale avvertibili scorrendo le pagine. Liberale scettico e non dottrinario, egli dà prova di comprendere fino alle ultime conseguenze, e persino di rispettare, il pensiero dei suoi avversari, così come di non sottoscrivere gli anatemi del mondo libero in lotta con i totalitarismi. Basti questo esempio: inviso alla sinistra dei discepoli di Sartre, in queste lezioni Aron non deve aver dato meno scandalo a destra, con la sua relativistica discussione della guerra in Vietnam, o con il giudizio che solo “l’organizzazione industriale della morte” degli ebrei meritava ai capi del Terzo Reich un processo, non già anche l’aggressione iniziale o i crimini di guerra, che anche i vincitori avevano commesso con i bombardamenti indiscriminati sulla Germania e le due atomiche sul Giappone.

 

Cos’è dunque l’azione politica? Il professore francese esordiva dicendo che si può dividere l’esperienza politica, e il pensiero su di essa, in due campi. Da un lato c’è il funzionamento ordinario dei regimi dove vigono un’autorità e delle norme la cui legittimità non è in discussione. L’altro versante della politica è, invece, il tempo della guerra (all’esterno) e della rivoluzione (all’interno), dove a venire in risalto è appunto l’azione degli Stati, dei popoli e dei singoli uomini politici in quanto orientata a un fine strategico e incline a forzare i vincoli esistenti, come in guerra, o a cambiare radicalmente le regole del gioco politico, nella rivoluzione. Aron esplora questo secondo versante, con una ricca discussione delle idee politiche, dei casi storici più o meno recenti, dei problemi e degli stessi tipi umani che a più livelli ricorrono sulla scena della politica. L’azione così intesa ha costitutivamente a che fare con la violenza e non è mai del tutto riconciliabile con la morale, neanche – come Aron insegna – con la morale della parte che può essere certa delle proprie buone ragioni. 


 
Teoria dell’azione politica
Raymond Aron
Marsilio, 320 pp., 22 euro

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