Lidewij Edelkoort (foto tratta dal profilo Facebook di Trendtablet)

Gli entusiasti del coronavirus

Per l'intellettuale olandese Lidewij Edelkoort il Covid-19 "è una stupefacente benedizione per il pianeta"

Nel quadro di generale depressione da quarantena, mentre il virus si prepara a espandersi in altri paesi più efficienti, arriva Lidewij Edelkoort, visionaria intellettuale olandese, esemplare della nuova specie dei “design setter” nonché sostenitrice di una moda più ecologica. La veggente dichiara che “il coronavirus è una stupefacente benedizione per il pianeta… dobbiamo essergli molto grati perché potrebbe essere la ragione per cui sopravvivremo come specie”. Spiega meglio: “Il virus farà rallentare tutto, vedremo un arresto nella manifattura dei beni di consumo. Tutto ciò “è terribile e magnifico, perché abbiamo bisogno di fermarci nel produrre a questa velocità” ha detto la Edelkoort, che è stata consulente per marchi globali come Nissan, Lacoste, L’Oréal, Mattel, Whirpool e Coca-Cola, non proprio fautori della decrescita felice o infelice. “Abbiamo bisogno di cambiare il nostro comportamento per salvare l'ambiente… dapprima le persone proveranno a lavorare via Skype, ma non funzionerà”, vaticina la studiosa. Questo effettivamente è vero, soprattutto se non c’è la banda larga o se larghe fette della popolazione non hanno mai fatto una conference call in vita loro.

 

Ma invece di un’alfabetizzazione digitale rapida, Edelkoort auspica piuttosto una specie di nuova autarchia felice. “Confinati nelle nostre città, ci sarà il rilancio dell'artigianato e le persone apprezzeranno di più i beni prodotti localmente", sostiene. Il pensiero di Edelkoort si avvicina a quello dei Cobas, che non sono molto esperti di stile, ma comunque rifiutano anche loro sdegnati Skype. Non vogliono infatti assolutamente che i docenti insegnino da casa. “Riteniamo opportuno ricordare – si legge nel documento della scuola rilasciato negli ultimi giorni – che la situazione di eccezionale sospensione delle ordinarie attività didattiche nelle scuole non può in alcun modo introdurre piani di riorganizzazione e obblighi di lavoro non previsti dalla normativa vigente”. Si sa di chi è la colpa (di tutto, anche del virus, forse): “Le politiche neoliberiste perseguite negli ultimi decenni costringono di fatto il governo a scegliere tra diritto alla salute e diritto all’istruzione e a sacrificare quest’ultimo in modo significativo e per un tempo imprevedibile” (ecco). E dunque l’ovvia conclusione è che “il/la dirigente scolastico/a ha l’obbligo di attivare modalità di didattica a distanza, ma non i docenti di realizzarle”. Insomma, vale in Olanda come da noi: lasciate perdere il complicato Skype, e datevi ai prodotti locali (cioè, forse, all’agricoltura).