Una scena di "And Just Like That 2"

La fobia delle anticipazioni

Lo spoiler system delle serie tv (con tanti segreti, anche inutili)

Mariarosa Mancuso

Ora le novità del grande e piccolo schermo vengono sempre accompagnate da lunghe liste di “do not reveals”: i dettagli che non si possono svelare. Dal sequel di “Sex and The City” ai film con supereroi fino al Festival di Cannes

Grazie per aver gentilmente fornito i link per vedere in anticipo film e serie. Le serie soprattutto, perché a chiedere i link di certi film sembra di essere tornati ai tempi dei fratelli Lumière. “Non c’è”, è la risposta. Ma come non c’è, siamo nel 2023. Tra un po’ il cinema sarà sostituito da due elettrodi applicati alle tempie, come prevedeva Alfred Hitchcock: i film servono per suscitare emozioni, con i progressi della tecnica si potrebbero trasmettere direttamente i brividi di paura, addio a registi, sceneggiatori e attori. Peggio ancora è la risposta, recitata con sfumature di disprezzo nella voce: “Sai, è un film che andrebbe visto sul grande schermo”. Ma davvero? E se me lo guardo a casa su un televisore grande come una piscina? Poi i link delle novità arrivano, quelli delle serie senza bisogno di chiederli. Accompagnati ormai da una lunga lista di “do not reveals”, ovverosia i dettagli che non si possono svelare. O non si possono svelare prima di una certa puntata, che andrà in onda in una certa data. Perfino “And Just Like That… 2” – seconda stagione della serie con le signore “Sex and The City”, prossimamente su Sky e in streaming su Now – si presenta accompagnata da una lunga lista di “plot point” da tenere segreti. “Per non rovinare l’esperienza allo spettatore”.

 

Carrie Miranda Charlotte e Samantha erano già fuori tempo massimo nei film, quindici anni fa. Non è una questione di età. Se hai quattro trentenni, più o meno promiscue, impegnate nella ricerca di un marito a New York – o forse solo di una cabina armadio gigantesca, non si può mai essere sicuri di quel che si annida nel cuore di una ragazza – è difficile tirarne fuori delle quarantenni, e ora delle quasi sessantenni, interessanti. E’ come se nel seguito di “Moby Dick” il capitano Achab con le giunture doloranti nell’unica gamba sana desse ordine di fiocinare le carpe del laghetto. Cosa volete che succeda? Niente di buono, nella stagione precedente Mr Right era schiantato sulla cyclette.  Sappiamo da noi che i colpi di scena non andrebbero svelati. E’ seccante che siano Netflix, o Sky, o Disney, o Paramount a elencarli in liste che rasentano il ridicolo. Spesso, per carenza di sceneggiatura, sono mosse che semplicemente rovesciano il tavolo – non integrate nella trama e meno che mai nel carattere dei personaggi. Lo spettatore merita trame e sceneggiatori migliori, non carte coperte.

 

Applicati ai film di supereroi, i no-spoiler sono ancora più ridicoli. Allo schema fatevi-da-voi-il-vostro-film, che prevedeva: incidente che procura i poteri / oscura minaccia che potrebbe distruggere il mondo / supereroe che salva il mondo e lo lascia in macerie, si aggiunge il multiverso, che moltiplica eroi e cattivi aumentando solo il fracasso. Unica eccezione, “Spider-Man: Across The Spider-Verse”: film d’animazione di fantasmagorica bellezza, pieno di citazioni pop e capace di ironia. Il mondo è pieno di dilettanti, i social peggiorano le cose, la smania di rivelare per primi dettagli – o di dire bello/brutto/orrendo – ha cambiato perfino il Festival di Cannes, che ha abolito le proiezioni anticipate per la stampa. Però non tutti hanno la fobia dello spoiler, c’è una storia intorno, e magari questo o quel dettaglio richiama gli spettatori invece di far pensare “allora so già tutto”. In un mare di trame che tutte si somigliano, come fossero scritte con ChatGPT, si cerca di ravvivare i sapori artificialmente. Obbligando a guardare la serie, o il film. Poi a scriverne dimenticando la metà della storia. Lode ai registi e agli showrunner che il colpo di scena lo mettono all’inizio.

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