Ricetta seriale

After Life. La black comedy di Ricky Gervais

La terza stagione scritta, diretta e interpretata dal noto comico britannico è un racconto intimo e commovente che tiene insieme il gusto più scorretto della commedia inglese e toni poetici e toccanti

Gaia Montanaro

È disponibile da venerdì 14 gennaio su Netflix la terza e ultima stagione di After Life, la black comedy scritta, diretta e interpretata dal comico britannico Ricky Gervais che mette al centro il tema dell’elaborazione del lutto. Un racconto intimo e commovente che tiene insieme il gusto più scorretto della commedia inglese a toni poetici e toccanti, per raccontare la parabola di un personaggio – Tony – che nel corso delle tre stagioni della serie affronta, come può, il dolore per la predita della moglie Lisa (Kerry Godliman) a causa del cancro. Tony abbandonerà pian piano le sue resistenze – prima tentando di uccidersi, poi comportandosi come se non avesse nulla da perdere – arrivando in questa stagione a comprendere come la presenza degli altri possa rappresentare una risorsa e una possibilità per sé.

Accompagnato dal suo fedele pastore tedesco Brandy (motivo esclusivo che aveva fatto desistere Tony dall’ammazzarsi nella prima stagione della serie), il giornalista di provincia acquisterà in questo nuovo capitolo della serie la consapevolezza dell’importanza della comunità di persone – tutte a loro modo sole e bisognose degli altri – per continuare a vivere e dare un senso al proprio esistere. Questo sguardo più positivo sulla vita – che era di fatto incarnato per le prime due stagioni dal personaggio di Anne (Penelope Wilson), la vedova con cui Tony conversava al cimitero seduti su una panchina – viene esploso in quest’ultima stagione tra diversi personaggi del racconto, principalmente i colleghi di Tony. Sono queste linee narrative secondarie, che rendono il racconto corale, a far si che la maturazione di Gervais sia graduale e credibile. Accanto a questo, la presenza delle varie persone e storie che Tony incontra per il giornale, danno ulteriore significato ad un racconto che – come nei migliori film – restituisce tutto il suo senso nell’epilogo (seppur in quest’ultima stagione si assista ad alcune ridondanze narrative che allungano un po’ il brodo…ma a sei episodi si doveva arrivare per forza). 

Dove eravamo rimasti?

Tony, giornalista del quotidiano locale “Tambury Gazzette” è caduto in una forte depressione dopo la morte prematura della moglie Lisa. Trattenendosi dal suicidarsi solo perché deve dare da mangiare al suo amato cane Brandy, Tony decide di comportarsi in modo schietto e brutale con tutti, consapevole di non avere più nulla da perdersi e privo di uno scopo per andare avanti. Questa sua tattica – il “super potere” – però non sortisce grande effetto anche perché le persone che gli vogliono bene e gli sono accanto continuano a ricordargli il suo vero sé e la bontà e generosità che ha dentro e che rendeva visibile a tutti nell’amore a Lisa. La seconda stagione si era chiusa con Tony alle prese con un nuovo lutto, quello del padre morto dopo una lunga degenza in casa di riposo. Qui Tony aveva conosciuto Emma, l’’infermiera del padre, e tra i due era nato un rapporto speciale. Emma, a fin stagione, si era presentata a casa di Tony – che ancora una volta sembrava perso e con le peggiori intenzioni – proponendogli di ricominciare da capo. E di farlo insieme. 

Come inizia la terza stagione di Afterlife?  

Emma è a casa di Tony e sbircia nel suo pc un video della moglie Lisa che rema su una piccola barchetta in mezzo a un laghetto, presa in giro dal marito per le sue scarse abilità. L’infermiera propone quindi a Tony di andare in barca qualche volta ma lui rifiuta, dicendole che non gli pare qualcosa di divertente. Poi i due escono di casa per andare a mangiare qualcosa di veloce insieme. In una scena molto breve si introducono in modo efficace diversi aspetti della narrazione: sappiamo che Tony è ancora fermo emotivamente al rapporto con Lisa e che questa sfera è ancora inaccessibile per tutti. Dal modo in cui Tony ed Emma si relazionano, deduciamo anche che il loro è un rapporto che ha più a che fare con un’amicizia che con una relazione di coppia e che nulla pare cambiato, nel profondo

Chi sono i personaggi secondari di Afterlife?

In questa terza stagione di Afterlife acquistano ancora più importanza i comprimari del racconto (anche per ragioni strettamente narrative che saranno svelate nel finale di stagione). Tra questi molto ben definito è il personaggio di Kath, la collega di Tony longilinea e un po’ naif che si occupa della pubblicità per il giornale e che è alla disperata ricerca di un compagno. Uscirà con uomini improbabili per vincere la solitudine che la attanaglia salvo poi trovare pace in un amore diverso. New entry della serie è invece una nuova stagista redazionale, anche lei con il suo bel carico di problemi esistenziali, verso cui Tony mostrerà il suo lato più generoso e attento agli altri. Sempre ben tratteggiato, e in crescendo, il personaggio di Anne – la vedova con cui Tony si confida al cimitero. Anche in questa stagione a lei sono affidati i dialoghi più densi e profondi che incideranno sulla vita del giornalista mettendolo in azione e dandogli dei nuovi strumenti per guardare la realtà. Tutto questo senza mai perdere lo sguardo affilato e disincantato a cui Tony ci ha abituato e che rende così commovente e vero il suo racconto. 

Qual è il tono di Afterlife in due battute? 

“Mi sento incompreso”. “Vai da Oprah”. 
“Dì sempre la verità”.

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