Foto di Christoph Scholz via Flickr

Nel Regno Unito il porno diventa un film da guardare in famiglia

Claudia Casiraghi

Quattro mamme e un'idea del sesso da trasformare in video per educare i propri figli alla sessualità. La nuova serie tv di Channel 4 fa di una provocazione intelligente una depravazione

Chiedere a una madre di girare un porno per il figlio. La provocazione della televisione inglese sembra essere guidata dall’urgenza di scardinare l’ultimo tabù rimasto in famiglia, quello inerente al sesso formato internet. Channel 4, con la complicità della regista Erika Lust, ha riunito cinque madri inglesi e ha chiesto loro di scrivere e dirigere un film porno così da dimostrare ai propri figli quanta e quale abissale differenza c'è tra l’amore consumato nella vita reale e quello truccato a uso e consumo degli adolescenti con l’ormone impazzito. Una, tra le cinque donne, ha dato forfait ancor prima di prendere in mano una penna. Le altre, invece, hanno accettato l'invito.

  

Emma, Anita, Sarah e Sarah-Louise, accomunate solo dai figli, tutti maschi e femmine in età da liceo, si sono fatte coraggio. E, insieme alla regista Lust, hanno realizzato la propria versione di porno. Un porno “sano” – ”healthy” lo hanno definito gli inglesi –, per stimolare giusti comportamenti nei confronti del sesso e delle relazioni. Il percorso che ha portato le quattro sul set di un film a luci rosse è stato documentato dalle telecamere di Channel 4, che, taglia e poi cuci, ne ha fatto una serie televisiva. Mums make porn è in onda sul canale britannico da mercoledì 20 marzo, ma l’idea sulla quale è basata è stata sbandierata ai quattro venti ben prima dell’esordio.

   

La produttrice Emma Morgan ci ha tenuto a raccontare la genesi di un prodotto nato dai dati “scioccanti” relativi all’impatto che il porno gratuito di YouPorn e simili avrebbe sui giovani. “Ci sembrava di dover fare qualcosa per provocare un dibattito, incoraggiare discussioni tra genitori e figli e attirare l’attenzione sull’argomento”, ha spiegato Morgan, che alle quattro madri – di professione scrittrice, agente, truccatrice e fotografa – ha propinato qualche filmino di internet. Le donne hanno raccontato di aver dato di stomaco. Qualcuna avrebbe pianto di fronte alla violenza cui il porno riduce il sesso. “Se mio figlio trattasse una donna in questa maniera, lo prenderei a calci nel sedere”, ha sentenziato una tra le madri, puntando il dito contro la brutalità di film che danno spazio a fantasie trucide, a sogni di stupri e orge. “Se questa roba avesse costituito il mio primo contatto con il sesso, credo sarei rimasta pietrificata. Il porno non rappresenta donne reali, gli attori e le attrici ingannano i nostri ragazzi. Devono rendersi conto che non è normale”, ha continuato la signora, che in Mums make porn ha vuotato il sacco sulle proprie abitudini sessuali.

          

Le madri, incoraggiate dalle telecamere, si sono candidamente confessate, l’una ammettendo di guardare porno per inserire pepe nella relazione con il marito, l’altra giurando di non aver visto un solo filmino in anni e anni. “Ma, comunque, dobbiamo mostrare ai ragazzi che c’è altro oltre questa merda orribile che si vede su internet”, hanno rimarcato. Così, eccole trafficare con attori e attrici e sceneggiature hard nella speranza di creare un film efficace ma “sano”, che possa risparmiare i figli da stereotipi e depravazioni. 

    

Il risultato, inedito, occuperà l’ultima delle tre parti di Mums make porn. Allora, le signore siederanno nei salotti di casa per una visione collettiva. Una première aperta ad amici, parenti e figli che, loro malgrado, dovranno prestarsi a quest’ultima perversione televisiva.

, al netto della provocazione intelligente che potrebbe portare con sé, finisce, infatti, per essere pervaso da un’ennesima depravazione: qualcosa che, nell’era dei genitori amici e dei figli genitori, sembra urlare che anche il porno può essere un film da guardare in famiglia mentre l’eccitazione sessuale diventa una materia di confronto.