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Elon Musk regala Starlink all'Ucraina. Che cos'è e perché internet oggi conta più dei carri armati

Andrea Trapani

Il sistema satellitare di SpaceX consentirà una connessione affidabile anche nei luoghi più remoti colpiti dal conflitto. Ecco come funziona. La strategia della guerra ai tempi del web

Un tweet con un’immagine iconica sta girando da ieri: un camion stracolmo di scatoloni contenenti kit satellitari per connettersi a internet. Merito di Mykhailo Fedorov, il numero due ucraino, e di Elon Musk che hanno reso possibile una specie di “favola digitale”.

   

   

Tutto era nato proprio su quei social che i russi cercano di controllare. Nei giorni scorsi era arrivata una richiesta esplicita al miliardario statunitense da parte del governo di Kiev per risolvere i problemi di comunicazione registrati nel paese a seguito dell'invasione russa.

   

In Europa siamo abituati bene. Quando si parla di “digital divide” pensiamo alle zone montane o collinari dove spesso è più accentuato il divario che c’è tra chi ha un accesso (adeguato) a internet e chi non ce l’ha. Come abbiamo imparato a conoscere a nostre spese, da questa situazione ne deriva un’esclusione dai vantaggi della società digitale: non solo dalle informazioni e dalle comunicazioni in tempo reale, ma soprattutto l’accesso ai servizi e al lavoro a distanza. Immaginiamoci tutto questo durante una guerra.

   

Le necessità di (tele)comunicazioni degli ucraini

L’Ucraina sa bene quanto siano fondamentali le telecomunicazioni in questi giorni. Le rete mobili stanno soffrendo un carico importante di traffico dati e voce esploso come non mai, i cittadini stanno cercando di mettersi in contatto con parenti e amici e la rete è una fonte indispensabile di importanti informazioni. Idem la rete fissa. Se torniamo indietro alle prime settimane di marzo 2020, possiamo ricordare nitidamente quanto sia fondamentale, quando scoppia un’emergenza, essere collegati al resto del mondo.

  

Per fortuna l’appello al miliardario ha avuto successo. Le agenzie di tutto il mondo ne parlano. Il lieto fine è arrivato nella giornata di ieri con l’arrivo dell’hardware necessario dopo che Musk aveva già garantito che il servizio Starlink fosse già attivo nel territorio ucraino. Un’impresa memorabile visto che è stata garantita la consegna nonostante le mille difficoltà logistiche da superare.

    

Ma cos’è Starlink?

Il sistema satellitare per portare internet nei luoghi più remoti è sempre stato una chimera per gli operatori di telefonia. Esistono, da anni, soluzioni sul mercato che però raramente hanno dato prestazioni soddisfacenti, con la beffa di far pagare (molto) un servizio decisamente lento. Almeno fino a quando è diventata realtà l’intuizione di Musk che sta riuscendo a fornire internet a banda larga in quei luoghi dove l’accesso non è mai stato affidabile o, peggio ancora, non disponibile.

Come ha fatto? I satelliti Starlink sono circa 60 volte più vicini alla Terra rispetto ai satelliti tradizionali, garantendo una latenza più bassa e la capacità di supportare servizi che non sono tipicamente possibili con il servizio internet satellitare standard.

Le differenze di servizio con le offerte precedenti sono notevoli. Anche i costi. I clienti italiani interessati al nuovo servizio di internet via satellite lo sanno bene. Ma chi ha scelto di usare Starlink non l’ha fatto certo per risparmiare (il servizio beta iniziale è stato proposto al costo di 499 euro, a cui si devono aggiungere 60 euro per la spedizione e un abbonamento mensile da 99 euro), ma per avere una connessione affidabile dove non ci sono alternative. Basti pensare che, già durante la cosiddetta fase beta, gli utenti possono registrare velocità di connessione tra i 50 e i 150 Mb/s con un latenza tra 20ms e 40ms. Valori che sono talvolta migliori delle offerte in fibra misto-rame (FTTC) diffusissime tra i clienti non raggiunti dalla fibra ottica vera e propria (FTTH). Gli utenti Starlink Premium possono addirittura aspettarsi una velocità di download pari a 150-500 Mbps. Impensabile solo qualche anno fa per le connessioni satellitari.

   

La strategia della guerra ai tempi di internet

Una manna per una nazione come l’Ucraina che, mai come adesso, necessita di collegamenti diffusi e di qualità. Svincolata dalla infrastruttura terrestre tradizionale, Starlink infatti permette di avere una connessione decisamente accettabile anche nei luoghi più remoti colpiti dal conflitto.

Insomma, un’arma in più a favore della resistenza ucraina. La guerra moderna prevede di essere presenti in rete, tanto per difendere le proprie infrastrutture quanto per pianificare e connettere i vari apparati. Se da una parte è necessario tenere vivo il mondo dell’informazione tra i propri cittadini, dall’altra è imprescindibile coordinare tutta la propria attività su canali veloci e affidabili. Comprese quelle modalità di guerriglia proprie di internet: l’attività di Anonymous si somma a quella delle diplomazie, il tutto senza dimenticare l’importanza dell’apporto “dal basso” della varie piattaforme sociali. Spesso un tweet virale riesce ad ottenere risultati reali più di quanto si possa immaginare. Proprio Mykhailo Fedorov, quando aveva lanciato il primo appello, provocatorio, a Elon Musk, aveva giocato su questo paradosso: “Mentre provi a colonizzare Marte, la Russia sta provando a occupare l’Ucraina! Mentre i vostri razzi atterrano con successo dallo spazio, i razzi russi attaccano il popolo civile ucraino!”.

   

La rete internet è un’infrastruttura che vale ben più di una trincea, ormai. Basta pensare alla stessa nascita, nel 1969, di Arpanet, il sistema messo a punto per garantire la cooperazione tra ricercatori e scienziati nella condivisione di soluzioni tecnologiche innovative da sfruttare per il successo nella Guerra Fredda. Si trattava della forma embrionale di internet. Un successo.

 

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