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Il ritratto

Chi era John McAfee

Maurizio Stefanini

La lotta ai narcos, i 47 figli dichiarati, la corsa per la Casa Bianca e quel problema fatale con le tasse: la storia dell'inventore del primo antivirus, morto suicida mercoledì, è tutto fuorché quella di un nerd

Nel 1986 aveva avuto l’idea per il primo antivirus; nel 1992 aveva quotato la sua società in Borsa per 80 milioni; nel 2008 per problemi legali aveva liquidato tutto ed era andato nel Belize; nel 2012 era dovuto scappare anche da lì; nel 2015 si era candidato a presidente degli Stati Uniti; il 23 giugno del 2021 è stato trovato morto suicida in un carcere spagnolo. John McAfee, fondatore della omonima società, si era dichiarato “perseguitato politico”. Le autorità spagnole avevano appena concesso l’estradizione negli Stati Uniti, dove rischiava fino a 30 anni di carcere per evasione fiscale.

 

McAfee in realtà era nato in Inghilterra, il 18 settembre 1945. A Cinderford, nel Gloucestershire. Ma in una base militare Usa, da un militare statunitense di quelli che erano venuti in Europa a combattere contro Hilter, e che aveva conosciuto una donna inglese, madre di John. Lui aveva spesso ripetuto di sentirsi più inglese che americano, ma comunque era cresciuto a Salem, in Virginia. Anche il padre si suicidò, quando lui aveva 15 anni. E dal padre ha ereditato problemi di violenza e alcolismo, che lo hanno perseguitato per tutta una vita di continui saliscendi, tra vette di genio e abissi di sregolatezza. Costretto a sopravvivere di espedienti, l’orfano riesce comunque ad andare al college, a laurearsi nel 1969 in matematica, e a diventare professore in un college in Louisiana. Ma lo cacciano per essersi portato a letto una delle sue studentesse, e poi finisce anche dentro per uso di cannabis. Ma da droga e alcol si disintossica dopo un percorso di alcolisti anonimi, e assunto alla Pacific Railroad di Saint Louis diventa esperto nella programmazione di sistemi per la gestione informatica del traffico aereo.

 

Sta dunque lavorando alla sicurezza dei voli quando nel 1986 il mondo ancora all’inizio ma già in rapida espansione dei pc è sconvolto da (c)Brain. Primo virus per i sistemi MS-DOS, sovraccarica la memoria, e lascia un messaggio col telefono effettivamente esistente di un negozio di informatica a Lahore in Pakistan, che vende un rimedio. McAfee pensa che un antivirus potrebbe in alternativa crearlo lui, a prezzi più bassi. Anzi, potrebbe creare una linea di antivirus, prevedendo che alla “infezione pakistana”, come è stata soprannominata, ne seguiranno altre: specie con la diffusione di Internet, che decollerà negli anni ’90. Meglio ancora: attorno al business emergente potrebbe far nascere una sua società. La McAfee Associates è formalmente creata nel 1987, e nel 1992 si quota in Borsa per 80 milioni di dollari.

 

Imprenditore di successo, McAfee è un astro nascente della New Economy, assieme al Bill Gates di Microsoft o allo Steve Jobs di Apple. Come loro si dà alla filantropia e come loro parla delle sue idee politiche, che la combinazione tra genialità economica e biografia penale turbolenta orientano in senso libertarian. Ma la sua vocazione ad avere guai con la legge non è superata. Coinvolto in due cause penali in contemporanea, per l’infortunio di un dipendente e per la morte di uno studente della sua scuola di volo, decide di vendere tutto.

 

Tuttora esistente, la McAfee è una delle major dell’industria degli antivirus, assieme a Avira, Eset, F-Secure, Kaspersky, Panda Security, Sophos e Symantec tra gli altri. Sede a Santa Clara in California, nel 2020 US$ 2.906 miliardi di fatturato con 153 milioni di risultato ante oneri finanziari, 289 milioni di utile netto e 5428 miliardi di asset totali, 6900 dipendenti, dal 2011 al 2017 è stata proprietà della Intel, che ha però poi abbassato il proprio capitale azionario al 49 per cento. Le restanti quote sono possedute da TPG Capital e Thoma Bravo. Attuale presidente Ceo è Peter Leav.

 

Liquidato tutto, McAfee se ne va nel Belize dove si compra una villa e si crea un piccolo impero comprendente una fabbrica di sigari, distribuzione di caffè, una compagnia di taxi e una società di ricerca farmaceutica. Si dedica anche alla lotta contro i narcos. Ma proprio per questa sua ultima passione nel novembre 2012 è coinvolto nelle indagini sulla morte di un suo vicino di casa sospettato di trafficare droga, è che è stato trovato ucciso da un colpo di arma da fuoco dopo vari litigi con lui. McAfee dice che la polizia del Belize lo ha preso di mira, e a dicembre scappa in Guatemala. Illegalmente, e infatti lo arrestano. Ma a quel punto il governo del Belize dice che deve essere interrogato non come sospettato ma solo come persona informata dei fatti. Così può tornare negli Usa da uomo libero.

 

Talmente libero che dopo essersi trasferito prima a Portland in Oregon e poi a Lexington in Tennessee si candida alle primarie del Partito Libertarian. Otterrà alla fine l'8 per cento dei voti, dietro a Gary Johnson, che otterrà la nomination, e davanti a Austin Petersen. E il 3 giugno del 2018 via Twitter annuncia una sua nuova candidatura: con il Partito Libertarian di nuovo, ma se non ottiene la nomination correrà da solo per un partito nuovo. Programma: incentivare le criptovalute. Nel luglio 2017 McAfee ha promesso su Twitter: “se il prezzo di un bitcoin non salirà a $ 500.000 entro tre anni mi mangerò il cazzo sulla televisione nazionale”. Ancora nel luglio 2019 insiste che un bitcoin varrà 1 milione di dollari entro la fine del 2020, ma nel gennaio 2020 ammette di aver fatte quelle sparate solo “per acquisire nuovi utenti”, e anzi avverte: “il bitcoin ha un potenziale limitato perché è una tecnologia antica”.

 

Poco dopo aver reso noto di avere “47 figli genetici”, il 22 gennaio 2019 fa sapere che la sua campagna si sposta “in esilio”, a seguito di incriminazioni per reato fiscali arrivate a lui, a sua moglie e a 4 membri del suo staff. Effettivamente, sostenendo che “le tasse sono illegali”, ammette di non aver presentato una dichiarazione dei redditi dal 2010. Prima dice di stare in acque internazionali, poi che si sta recando in Venezuela, poi che trasferisce il suo quartier generale all’Avana. Nel contempo diffonde lodi a Che Guevara, che lo fanno espellere dal Partito Libertarian. Il 6 ottobre 2020 è infine arrestato in Spagna.

 

“Se mi ritroverete impiccato in carcere vuol dire che mi hanno ucciso”, aveva fatto sapere. Secondo la stampa spagnola, i servizi medici del carcere sono intervenuti per praticare manovre di rianimazione, senza successo. Durante l'udienza per l'estradizione McAfee, il cui debito fiscale ammontava a oltre quattro milioni di dollari, aveva affermato di aver pagato “milioni di dollari in tasse”, e di essere stato vittima di persecuzione politica per aver denunciato corruzione all'agenzia tributaria. “Non ve ne è prova”, aveva risposto la Corte, decidendo di rimandarlo negli Usa. Gli investigatori sospettavano che lui e il suo consigliere si fossero stati intascati “più di 13 milioni di dollari” attraverso “trame fraudolente” su Internet e che fossero coinvolti in sette cospirazioni per commettere frodi azionari e riciclaggio di denaro.

 

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