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L'idea di Apple (e Google) sulla Crimea

Redazione

Gli utenti russi vedranno una mappa, tutti gli altri un’altra. Fallimenti del web

Due giorni fa Apple ha ceduto alle richieste del governo di Mosca e ha deciso di mostrare la Crimea come territorio russo per gli utenti che usano i suoi servizi di mappe e di meteo dalla Russia. La penisola di Crimea, territorio ucraino, è stata invasa dalla Russia nel 2014 usando truppe non regolari e poi annessa unilateralmente dopo un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. Agli occhi del mondo, la Crimea è una regione dell’Ucraina occupata da una potenza straniera. Ma da oggi, chi consulterà le mappe di Apple dalla Russia vedrà la penisola come chiaro e legittimo territorio russo, mentre tutto il resto del mondo continuerà a vederla come Ucraina. Google non è meglio in questo. L’azienda ha ceduto alle richieste di Mosca già mesi fa, e anche su Google Maps la situazione è la stessa: i russi vedono la Crimea come russa, tutti gli altri no. Situazioni simili esistono con lo stato dell’Arunachal Pradesh, con i cittadini indiani che vedono una mappa e i cinesi un’altra, e presto potrebbe succedere per Taiwan. E’ una “filter bubble” cartografico-politica. Esattamente come gli utenti dei social network sono costretti dall’algoritmo a vedere certi contenuti, così in varie parti del mondo le mappe sono modificate e i confini alterati a uso e consumo del nazionalismo di turno. Non c’è niente di nuovo, la storia è fatta di mappe ridisegnate, ma non è così che sarebbe dovuta andare con internet, i cui inventori avevano immaginato un futuro utopico di connessioni planetarie e comunione globale, un luogo sovranazionale dove le piccolezze dei nazionalismi non avrebbero contato. Al contatto con la realtà, l’utopia di internet si è sciolta ancora una volta, assieme alla retorica di superiorità delle compagnie americane della Silicon Valley.

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