Perché senza i boots on the ground dell’occidente e della Russia non si può battere lo Stato islamico Se i leader mondiali non vogliono impegnarsi in maniera unilaterale, condividere il peso di un’azione militare in una grande coalizione è l'unico modo per sconfiggere il Califfato, scrive Bloomberg View Redazione 19 NOV 2015
Già oltre 1.000 le vittime dello Stato islamico fuori da Iraq e Siria Non solo Parigi. Ecco i numeri del Global Terrorism Index e del New York Times sullo sconfinamento dell'Isis fuori dal focolaio mediorientale. Maurizio Stefanini 19 NOV 2015
Abaaoud, il presunto pianificatore degli attentati di Parigi, è stato ucciso Arriva l'ufficialità dalla procura parigina. Il terrorista è morto durante il raid di Saint-Deniz Redazione 19 NOV 2015
Giocare un’amichevole con l’islamofascismo Nel dibattito pubblico italiano siamo fermi alle cose da “non fare” Redazione 19 NOV 2015
Perché il Bangladesh è diventato un campo di battaglia islamista Ieri un sacerdote italiano è stato ferito alla testa da uomini armati. Ieri Dabiq, il giornale ufficiale in lingua inglese dello Stato islamico, aveva due pagine dedicate al “ritorno del jihad nel Bengala”. Ecco cosa sta accadendo nel paese asiatico. 19 NOV 2015
Fabien Clain, il jihadista che ha rivendicato l'attacco di Parigi Ricostruendo la vita del terrorista esce la mappa del jihadismo francese, con base a Tolosa. L’amicizia con Merah (poi negata), la cellula inviata in Iraq, il Belgio e il Bataclan 18 NOV 2015
Così abbiamo fatto gli attentati in Sinai e a Parigi, dice lo Stato islamico Nella rivista Dabiq la rivendicazione degli attacchi contro due delle nazioni che hanno preso parte ai bombardamenti in Siria. Sul volo russo l'esplosivo è stato piazzato nella lattina di una bevanda 18 NOV 2015
C’è una app per tutto, anche per il terrorismo islamista. Le tecniche di Is “Lo Stato islamico è il più tecnologicamente avanzato tra i gruppi estremisti”, scrive il Wall Street Journal. Come si combatte la guerra tecnologica contro il Califfato Redazione 18 NOV 2015
La vera arma dei terroristi è il loro credo, non le loro bombe So che l’arma più formidabile nelle mani del mio nemico è il suo credo, non il suo kalash; e che il punto di fragilità dei miei amici occidentali è il fantasma miscredente della libertà, l’attaccamento alla vita dell’al di qua intesa come vitalità che esclude i non nati, le famiglie disperse e sconfitte, la virtù, la devozione e la pietà. Giuliano Ferrara risponde ad Adriano Sofri e Michele Serra 18 NOV 2015
Le scarpe, le mutande, la lattina Lo Stato islamico dice di aver messo la bomba del Sinai in una Schweppes. Le bombe che più fanno paura sono quelle che potrebbero stare addosso anche a noi, nascoste dove mettiamo i soldi quando abbiamo paura di essere borseggiati, nei tacchi delle scarpe che ti togli ogni volta che fai il controllo in aeroporto. Redazione 18 NOV 2015