Le scarpe, le mutande, la lattina

Redazione
Lo Stato islamico dice di aver messo la bomba del Sinai in una Schweppes. Le bombe che più fanno paura sono quelle che potrebbero stare addosso anche a noi, nascoste dove mettiamo i soldi quando abbiamo paura di essere borseggiati, nei tacchi delle scarpe che ti togli ogni volta che fai il controllo in aeroporto.

Le scarpe, le mutande, la lattina. Le bombe che più fanno paura sono quelle che potrebbero stare addosso anche a noi, nascoste dove mettiamo i soldi quando abbiamo paura di essere borseggiati, nei tacchi delle scarpe che ti togli ogni volta che fai il controllo in aeroporto, e che brutto vedere il tuo capo così, che svuota tasche piene di schifezze e sta coi calzini ad aspettare il suo turno, nella lattina che devi lasciare fuori dal passaggio ai gate, e ne bevi il contenuto tutto d’un sorso e ti viene da vomitare. Le bombe fanno tutte paura, certo, se sono piene di chiodi come quelle allo Stade de France sono ferocissime, ma le bombe che più fanno paura sono quelle che potrebbero stare dappertutto, e poi a volte ci sono davvero.

 

Lo Stato islamico ha pubblicato sul numero 12 della rivista Dabiq la foto della lattina di Schweppes Gold in cui ha messo la bomba che ha fatto esplodere l’aereo russo che volava sul Sinai ed era diretto a San Pietroburgo. L’ha fotografata su un panno blu, con a fianco l’innesco e un passaporto russo: siamo riusciti a entrare nel sistema dell’aeroporto di Sharm el Sheikh, scrivono gli islamisti mostrando anche i documenti di altri passeggeri, e così abbiamo avuto la possibilità di scegliere quale paese colpire tra quelli che ci bombardano. “La scelta è finita su un volo russo”, e la condanna è stata scritta.

 

[**Video_box_2**]Verificare quel che dice lo Stato islamico non è possibile, e anche riportarlo in queste pagine dà un po’ fastidio, ma da quando i russi hanno ammesso che l’aereo non ha avuto un guasto tecnico, è stato colpito “da un attacco terroristico”, la versione trionfante fornita dal gruppo di al Baghdadi è sembrata sempre più plausibile. Secondo gli esperti che hanno potuto visionare i resti dell’aereo, la deflagrazione è avvenuta a un’altezza compresa tra il sedile e il finestrino dell’aereo: su quel tavolino dove tutti appoggiamo la lattina, mentre guardiamo fuori il mare di nuvole.

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