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Il foglio sportivo

Lo sport in Italia vale 100 miliardi. Focus sulle grandi occasioni

Francesco Gottardi

Nel nostro paese 67 mila società coinvolte, per un impatto sul pil nazionale del 3-4 per cento. Ma a pesare veramente sono gli eventi sportivi: la ricerca di Banca Ifis per il Foglio

È sempre più sport system, binomio inscindibile nel panorama mondiale di oggi. “Non si può più analizzare un grande evento in base ai soli incassi al botteghino”, è il messaggio che arriva sul palco di San Siro da Carmelo Carbotti, responsabile ufficio studi di Banca Ifis. “Lo sport system nella sua interezza in Italia vale 100 miliardi di euro, con un impatto sul pil nazionale del 3-4 per cento”. Numeri che richiedono un’attenzione trasversale. “E che coinvolgono 67mila società sportive e 405mila addetti ai lavori”.
Un trend in costante crescita. “In termini di ricavi, già nel 2022 lo sport aveva recuperato ciò che aveva perso nel biennio pandemico superando il livello del 2019”, dice Carbotti. “Si tratta di un sistema molto vivo: rappresenta un pezzo del nostro Made in Italy e garantisce un export significativo”. Notevole, soprattutto, l’effetto moltiplicativo. “Per ogni milione di investimento pubblico ne arrivano altri 8 da privati, e a seguire 21 milioni di ricavi complessivi. Significa che il denaro pubblico, in ultima analisi, si trasforma in un valore di 21 volte superiore: lo sport dunque non è solo divertimento e impatto sociale, ma anche un volano economico”.

Il focus è sui grandi eventi, “uno degli strumenti più efficaci per creare valore, grazie al rimbalzo sui territori che li ospitano”, continua l’analista. “Il turismo sportivo italiano è molto più del ticketing: produce oltre 7 miliardi di valore l’anno e quasi 30 milioni di presenze. Favorisce i consumi e le persone in loco vogliono vivere altre esperienze oltre l’evento in sé. Sportivo è l’innesco, ma le attività economiche ne beneficiano in modo molto più ampio”. Essenziale poter contare su infrastrutture adeguate. “Oltre il 60 per cento dei turisti sportivi in Italia è legato agli eventi calcistici: impianti moderni e diffusi sul territorio, non solo nei grandi centri, diventano dunque un prerequisito per vivere lo spettacolo in maniera efficace”.

Tre le macro-aree studiate da Banca Ifis. “Motorsport, calcio e ciclismo: per ciascuna abbiamo mappato l’interesse globale dal monitoraggio tramite web”. Sono emersi dati eterogenei. “Il pubblico dei motori fa riscontrare l’apice a ridosso dell’evento, ma l’attenzione rimane costante per l’intero calendario. Il mondo del pallone, invece, evidenzia grandissimi picchi d’interesse durante le manifestazioni”, finali di Champions o Europa League. “Poi invece la curva cala, marcando un’oscillazione elevata. E questo vale ancora di più per il ciclismo: boom di partecipazione nel mese dei grandi giri nazionali, dopo le gare traiettoria piatta”. Sorprendono inoltre le indagini continentali. “I motorsport contano su un effetto congiunto: l’interesse per la Formula 1 è forte in Europa e quasi assente in Asia, che al contrario svetta per la MotoGp. Nel calcio, anche se abbiamo esaminato competizioni prettamente europee, troviamo il livello d’interesse più alto in Africa: è un vero e proprio fenomeno globale. Il ciclismo infine si affida ancora al vecchio continente, ma soltanto il Giro e il Tour de France generano ulteriore coinvolgimento esterno”.

Il potenziale dei grandi eventi si manifesta lungo “quattro direttrici di creazione di valore economico, a impatto immediato o differito. Si tratta di ricavi core e da turismo, spese organizzative e il cosiddetto heritage”, cioè tutte quelle ricadute positive sul territorio nel lungo termine: il segmento potenzialmente più allettante. “Prendiamo i casi clou. Per le Olimpiadi di Rio – le ultime con spettatori dal vivo, ndr – c’è stato più di un milione di visitatori, si sale a 1,6 per i Mondiali di calcio in Qatar. Ai Giochi brasiliani la somma di ricavi core più turismo si è aggirata attorno ai 6,5 miliardi, con altri 11,2 relativi all’heritage”. La forbice si allarga guardando a Doha, “grazie al valore degli investimenti in infrastrutture che proseguono ben oltre la durata del torneo”. In Italia, “la best practice in questo senso è il Giro: 0,6 miliardi di impatto economico immediato (spese degli avventori e organizzazione) ma ben 1,4 tra impatto differito e turismo indotto – con 2,4 milioni di visitatori nei 12-18 mesi successivi. Le grandi manifestazioni sono sempre una vetrina”.

E Parigi 2024 “si candida a essere il più grande evento sportivo di tutti i tempi: 35 impianti, 600mila partecipanti al via. Secondo le aspettative”, conclude Carbotti, “il beneficio economico sul territorio sarà di 37 miliardi di euro, di cui 33 legati all’heritage. Mentre i turisti si preparano a sostenere una spesa media giornaliera di 625 euro”. La Francia si sfrega le mani, per Milano e Cortina c’è da prendere appunti.

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