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calcio spagnolo

Perché il Barcellona ora non lo va a vedere quasi nessuno

Andrea Trapani

Gli spettatori presenti allo stadio per vedere la sfida contro l'Atletico Madrid erano appena 34.568. Con il Camp Nou chiuso per lavori di restauro, i blaugrana hanno un problema con i tifosi sugli spalti

Domenica sera si è giocata una delle partite clou del campionato spagnolo, uno di quei match che si è ritenuto talmente indispensabile e seguito dal grande pubblico che era nel menù della (mai nata) Superlega. L’attesa non ha tradito le aspettative, la gara è stata decisa dal gol dell’ex Joao Felix, eppure gli spettatori presenti allo stadio per vedere Barcellona-Atletico Madrid erano appena 34.568. Praticamente gli stessi che si erano presentati, a metà agosto, nel caldo infernale di Marassi, per vedere il ritorno in Serie A del Genoa e meno della metà di coloro che erano a San Siro per assistere a Inter-Sassuolo un mese più tardi. Numeri che sembrano sovvertire i rapporti tra Serie A e Liga, ma forse non è così.

Lo stadio “sbagliato” in attesa del nuovo Camp Nou

Le presenze registrate contro l'Atletico sono state le più basse di questa stagione, molto al di sotto della gara della scorsa stagione che aveva portato 80.965 spettatori al Camp Nou. 

Cosa è successo a Barcellona per spiegare un’affluenza così scarsa per un match che potenzialmente valeva il titolo? Quest’anno i blaugrana giocano allo stadio del Montjuic per i lavori in corso al Camp Nou: una scelta che guarda al futuro, con una tempistica più sfortunata rispetto ai rivali del Real Madrid che hanno sfruttato la “pausa forzata” del Covid per accelerare sul Bernabeu, ma che si è dovuta scontrare con una realtà che – questa sì – richiama i problemi del calcio italiano.

Lo stadio “Lluís Companys”, questo il nome ufficiale dell’impianto che ospitò le Olimpiadi del 1992, è tutt’altro che moderno: innanzitutto si trova in una posizione innaturale per una struttura del genere, il panorama non manca ma trovarsi sulle pendici del Montjuic non agevola i tifosi. Inoltre i 51.000 spettatori che accoglie non hanno gli stessi agi del Camp Nou, il campo è lontano anche per chi siede in tribuna centrale e dalle curve, specie dagli spalti più alti, i numeri sulle maglie sono visibili solo per chi ha una vista ottima. Una situazione che ricorda quella dello Stadio Olimpico di Roma o quella del Maradona di Napoli, ma con l’aggravante che a Barcellona non si era più abituati a situazioni del genere. Cambiare paradigma nella costruzione degli stadi porta inevitabilmente a una repulsione del passato, nessuna operazione nostalgia per gli impianti di un tempo.

Se non bastasse la questione visibilità, il Barcellona si trova tra due forze in contrasto: il “turismo del tifo” è un’importante fonte di reddito per le grandi squadre, il Camp Nou a regime è aperto tutti i giorni e opera come un museo. Anche se i colori blaugrana non piacciono più come un tempo non sono pochi coloro che negli anni hanno preso un volo low cost solo per gustarsi una partita nella casa del Barca. Un fenomeno che si è interrotto appena si è scelto, seppur provvisoriamente, uno stadio nato per l’atletica: l’atmosfera è diversa e la città non è più così accogliente. Lo scorso settembre, al termine di un match casalingo, i tifosi si lamentarono ad esempio di una serie di furti a raffica fatti nel parcheggio – distante qualche centinaia di metri – in cui avevano lasciato i loro mezzi. Insomma, il Montjuic è un posto splendido per ammirare il panorama della città ma non per il gioco del calcio.

I costi esorbitanti per vedere una partita del Barcellona

Poi c’è un altro problema: la società era abituata al “caro biglietto”, una sorta di tassa da pagare quando si segue un club così importante. Certo è un paradosso che in Spagna, dove gli stipendi sono più bassi che in Inghilterra, un biglietto possa costare più che per un big match di Premier League ma il calcio moderno è irrazionale. I costi non seguono il potere d’acquisto e, se al Camp Nou in nome della spettacolo spesso si sono “tollerati” prezzi sopra i 100 euro anche per il settore ospiti, fa una certa impressione vedere numerosi posti disponibili per il derby catalano di domenica prossima: la sfida con il Girona ha un’ampia disponibilità di biglietti nonostante valga le prime posizioni della classifica. Si parte da 74 euro, non proprio poco visto che parliamo dei posti dietro le porte, così lontani dal campo che è quasi impossibile seguire il gioco. Ne è consapevole lo stesso Barcellona che ha scelto di tenere vuote le prime 15 file, quelle più basse, creando una sensazione di ulteriore vuoto in televisione, anche se non è altrettanto negativo per quei tifosi che avrebbero speso soldi solo per vedere qualche ombra muoversi in prospettiva.

Per chi vuole fare una cosa del passato, ovvero gustarsi la partita, non rimane che scegliere un posto in gradinata e aprire il portafoglio: sedersi lungo uno dei due rettilinei costa almeno 139 euro anche se l’esperienza non sarà proprio indimenticabile. Per quella ci sarà da attendere il nuovo Camp Nou, costerà molto di più ma almeno tornerà ad essere qualcosa da raccontare.

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