(foto Ansa)

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Perché per Sinner è una buona notizia essere nel girone di Djokovic alle Atp Finals di Torino

Luca Roberto

L'altoatesino non ha mai battuto il numero uno al mondo: adesso se lo ritroverà di fronte. La speranza è che non resti l'unico confronto tra i due prima della fine del torneo

Se lo troverà dall'altra parte della rete nei gironi sperando di poterlo, chissà, riaffrontare in finale. Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino è finito nello stesso raggruppamento (il verde, colore dalle innumerevoli qualità come la speranza) del numero uno al mondo Novak Djokovic. Uno potrebbe pensare: che sfiga! Eppure questo sorteggio è una specie di assicurazione sulla vita: impedirà all'altoatesino, qualora si qualificasse alle semifinali, di giocare proprio contro il serbo. Che a quel punto potrebbe incrociare solo nell'ultimo atto del torneo, domenica prossima.

Sono esercizi di speculazione che gli scaramantici giustamente rifuggono. Il Master di fine anno, che avrà inizio domenica 12 novembre al Palalpitour, però quest'anno sarà guardato con una certa qual attenzione, inedita, dal pubblico italiano. Non solo perché per il terzo anno consecutivo si gioca l'appuntamento di fine anno sotto le Alpi (andrà avanti almeno fino al 2025). Ma anche perché questa stagione Sinner è esploso definitivamente. Ha fatto il salto. Come direbbe Rino Tommasi, è stato tutto un accumularsi di circoletti rossi, tabù sconfessati, dilemmi esistenziali risolti, frutti maturi di un lavoro portato avanti da anni. Sinner non solo ha iniziato bene la stagione, l'ha continuata meglio e alla fine è diventato forse il più in forma sul circuito. Vincendo a Pechino e poi a Vienna dove ha battuto, tra gli altri, Carlos Alcaraz, Andrej Rublev, Grigor Dimitrov e Daniil Medvedev (due volte consecutivamente, in due partite ben poco umane).

Per questo arriva nei pressi di Mirafiori, quartiere Santa Rita, (per variare rispetto all'abusata espressione "sotto la Mole") non diciamo con i favori dei pronostici ma con la possibilità di giocarsela "fino alla fine", per usare lo slang della squadra più titolata in città (non ce ne vogliano i tifosi del Toro). Oltre a Djokovic, nei primi tre match dovrà vedersela con il greco Stefanos Tsitsipas, che ha faticato a lungo a battere prima di averne la meglio a Rotterdam a marzo. E poi il danese Holger Rune, che non ha mai sconfitto ma che nel finale di questa stagione non si è dimostrato propriamente irresistibile, non riuscendo a difendere il titolo a Parigi Bercy.

A Torino ci sono le condizioni di gioco migliori possibili per Sinner, che sta dimostrando, sulle superfici in cemento indoor, di voler battere chiunque. Due anni fa, subentrando a Matteo Berrettini dopo l'infortunio agli addominali del romano, riuscì a vincere una partita (contro Hurkasz) e sfiorò l'impresa contro Medvedev. Da domenica approccerà le finals sapendo che il destino gli offrirà in dote almeno una partita con Djokovic, e cioè l'unico che ancora non è riuscito a superare lassù al vertice. Potrebbe persino vincerci e poi perderci se si ritroveranno in finale. Anche se tutti (tranne i serbi) si augurano il contrario. 

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