Un momento dei sorteggi di Champions

Il Foglio sportivo

Tre italiane fra le più belle d'Europa, ma non illudiamoci

Umberto Zapelloni

Il nostro calcio non sta bene, anche se di sicuro ha già una squadra in semifinale di Champions League. Chi non tradisce mai sono i tifosi e la grande tradizione di allenatori

Non illudiamoci. Dopo cinque anni avremo almeno un’italiana in semifinale di Champions, forse addirittura due, ma il nostro calcio non sta ancora bene. L’illusione ottica di un Napoli bellissimo e delle due milanesi arrampicate tra le magnifiche otto d’Europa non deve ingannare. Nessuno, neppure la ricchissima Premier ha portato tante squadre fin qui, le sono rimaste solo City e Chelsea. Non ci capitava dal 2006, quando oltre a Milan e Inter c’era la Juve al posto del Napoli. Quella volta vinse il Barcellona che aveva battuto il Milan in semifinale, mentre le altre due si erano fermate subito. Pochi giorni prima era scoppiata calciopoli, pochi mesi dopo diventammo Campioni del Mondo. Questa volta siamo Campioni d’Europa, ma il Mondiale lo abbiamo appena guardato alla televisione. C’è ancora uno scandalo in corso che coinvolge la stessa squadra di allora, questa volta senza tutte quelle che le fecero compagnia inducendo erroneamente ad assegnare all’Inter lo scudetto più sbagliato della storia italiana. No, non stiamo ancora bene, anche se un marziano caduto sulla Champions potrebbe farci i complimenti e prepararsi a gustare Napoli-Milan come se fosse City-Bayern.

 

Nel 2006 stavamo peggio di oggi, ma diventammo Campioni del Mondo. Calciopoli a parte non è che in questo 2023 la situazione sia molto migliorata. Non sono nati nuovi stadi, non sono migliorati tutti i bilanci, non siamo riusciti a diventare ricchi vendendo la Serie A all’estero, non abbiamo battuto la pirateria televisiva (e le maglie taroccate),  non abbiamo aumentato il numero degli italiani che giocano ad alto livello costringendo il c.t. ai salti mortali per convocare ogni volta qualche faccia nuova. Nel Napoli che potrebbe anche arrivare ad alzare la coppa (ma dovrà passare prima uno, forse due, esami d’italiano), gli azzurrabili titolari sono Meret e Di Lorenzo (e ogni tanto Politano); nel Milan, aspettando Calabria, c’è solo Tonali; l’Inter forse è messa meglio con Dimarco, Darmian, Acerbi, Bastoni e Barella. Non è il calcio italiano a stare bene. Sono le squadre italiane che sembrano star bene anche se nella Milano di proprietà straniera, ancora non si è alzata la nebbia sull’affare stadio e il rischio di rimandare all’infinito la decisione non fa altro che allontanare la svolta e ad ogni sessione di mercato Milan e Inter devono riempire la cassa più che alimentare i sogni dei tifosi. Ecco se c’è qualcosa che funziona è l’indice di riempimento degli stadi: in tutte le grandi piazze si sfiora sempre il tutto esaurito anche per partite che non sono di cartello. Nonostante chi governa sembri fregarsene dei tifosi con spezzatini improponibili e calendari super affollati, i tifosi non tradiscono. Come non tradisce la scuola tecnica italiana: quattro allenatori su otto nei quarti di Champions League sono italiani. Simone Inzaghi, Stefano Pioli, Luciano Spalletti e il re d’Europa Carlo Ancelotti. Se ci aggiungiamo Mancini campione d’Europa con la Nazionale, possiamo davvero darci delle arie. Ma sulle doti dei nostri allenatori non avevamo mai dubitato. Sono altri i ruoli su cui continuiamo ad avere dei dubbi.

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