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Il Mondiale non è l'Eurovision: il calcio sa essere crudele

Jack O'Malley

Brindiamo alla qualificazione del Galles per tre motivi: il ritorno di una Nazionale britannica dopo 64 anni; torna grazie a Bale, l’uomo più odiato a Madrid dopo Leo Messi; ci ha salvato da sei mesi di retorica sulla Nazionale ucraina

La Nations League non esiste. Non parlerò dunque dell’inutile Inghilterra-Italia, giocata a porte chiuse a causa degli scontri con i tifosi azzurri dopo la finale di Wembley di un anno fa in non ricordo più quale competizione europea. La Nations League non esiste, anche se per lavoro sono costretto a vedere queste partite amorfe (è comunque un’ottima scusa per bere birra gelata davanti alla tv, o vino rosso freddo se le partite sono particolarmente inguardabili). La Nations League non esiste, e come tutte le cose brutte è il preludio a qualcosa di ancora peggiore: l’Europeo femminile, che comincia a luglio. 


L’altra sera contro l’Inghilterra la Germania ha indossato la divisa della squadra femminile. La Federazione tedesca ha spiegato che con questa campagna gli uomini della Nazionale vogliono contribuire a promuovere la squadra femminile del loro paese e l’evento sportivo in generale. Da tempo il calcio è diventato una sottoagenzia dell’Onu, utile a promuovere diritti in favor di copertina più che a promuovere intrattenimento sportivo (ne sa qualcosa Gattuso, costretto a dirsi militante femminista, lgbt e Black Lives Matter in un’intervista con Veltroni per potere allenare il Valencia). In quella stessa partita il capitano inglese, Harry Kane, ha indossato la solita fascia arcobaleno da capitano per celebrare il mese del Pride. Devono però avergliela stretta un po’ troppo, facendogli arrivare meno sangue al cervello: intervistato a fine partita sui Mondiali in Qatar, Kane ha fatto un’osservazione molto originale dicendo che “ci sono molti top team che provengono da tutto il mondo, se vuoi vincere un torneo come i Mondiali devi riuscire a restare su un livello di competitività molto alto per sette partite”. Poi ha ammesso che la Nations League ha il valore delle amichevoli estive, dicendo che “queste partite rappresentano un momento importante per prepararci al meglio”. Già, ma chi sono le favorite, gli ha chiesto il cronista? “Ci sono tante formazioni fortissime come la nostra: Brasile, Argentina, Germania, Francia, Spagna, Italia”. Il fatto è che se non fosse che Kane è stupido, quindi ci credeva veramente, sarebbe stata una trollata perfetta. 


Non sarà tra le favorite il Galles, ma confesso che mi ha fatto stappare uno dei brandy migliori che avevo. Per tre motivi: è una Nazionale britannica che torna ai Mondiali dopo 64 anni; ci torna grazie a Bale, l’uomo più odiato a Madrid dopo Leo Messi; ci ha salvato da sei mesi di retorica sulla Nazionale ucraina. Sono sicuro che molte redazioni sono state tentate di titolare “Gallesi putiniani”, insomma come si sono permessi quei quattro bifolchi senza tradizione di eliminare una squadra che ci avrebbe permesso di riempire pagine per settimane sull’eroica impresa dei calciatori sotto le bombe? Il Mondiale non è l’Eurovision, però, e il calcio sa ancora essere crudele, specie quando segue la realtà e non i desiderata dei giornalisti. 
Chi ha sfidato la realtà è stato invece Ronaldo, quello grosso, che per festeggiare la promozione in Liga del suo Valladolid, di cui è presidente, ha fatto il cammino di Santiago: 50 chilometri al giorno per cinque giorni con una bicicletta a pedalata assistita. È diventato di moda, ultimamente nel calcio, fare questi “voti” in caso di successo. Allora faccio anche il mio: se vinciamo il Mondiale farò una maratona. Alcolica. 

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