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L'editoriale del direttore

La magnifica storia di Pera Toons, lo youtuber che fa ridere i giovanissimi e gli fa scoprire i libri

Claudio Cerasa

Idee e numeri da sballo del fumettista che nel giro di pochi anni è diventato una stella del web

Dimenticatevi il generale Vannacci e concentratevi per un attimo su due parole che a voi non diranno molto ma ai vostri figli o ai vostri nipoti sì: “Pera Toons”. Direte voi: e chi diavolo è questo Pera Toons? La sua storia è una delle più interessanti del 2023, per l’Italia, e merita un po’ di attenzione per diverse ragioni. Una ragione riguarda i numeri, una ragione riguarda la storia, una ragione riguarda il fenomeno, una ragione riguarda ciò che Pera Toons ha rappresentato nell’ultimo anno per la categoria dei genitori e quella dei bambini. Direte voi: ok, ma chi diavolo è questo Pera Toons? Ci arriviamo.

Pera Toons è il nome d’arte di un famoso fumettista italiano, che da grafico pubblicitario è diventato nel giro di pochi anni, come si dice in questi casi, una stella del web. Lo ha fatto con un format che noi genitori pigri, bacchettoni e al fondo luddisti definiremmo nel migliore dei casi demenziale e nel peggiore dei casi luciferino: video animati su YouTube con freddure dedicate ai bambini. Nel giro di pochi mesi i suoi video diventano molto seguiti, “virali”. Le freddure iniziano a funzionare, fanno sorridere, e i bambini, di nascosto dai genitori, quando ne hanno la possibilità, quando si ritrovano di fronte ai propri occhi un dispositivo elettronico, cioè sempre, si danno di gomito e iniziano a guardarlo sempre di più su YouTube. Guardano un format diventato famoso, “Chi ha ucciso Kenny?”, guardano le freddure, le recitano a memoria, le condividono con gli amici e poi aspettano che Pera Toons, Alessandro Perugini, 40 anni, di Arezzo, carichi il video successivo.

Per i bambini, un sogno: cosa c’è di meglio di un video su YouTube che ti offre uno strumento per farti una risata? Per i genitori, un incubo: cosa c’è di peggio di immaginare un proprio figlio a casa che nel tempo libero piuttosto che imparare a memoria “I fratelli Karamazov” è lì a rimbecillirsi e guardare video su YouTube? La storia di Pera Toons inizia a diventare interessante nel momento in cui i due mondi che sembrano non parlarsi, quello dei bambini rimbambiti da YouTube e dagli youtuber e quello dei genitori rimbambiti dall’odio contro YouTube e contro gli youtuber improvvisamente si incontrano, si intrecciano, si confondono. Succede quando Pera Toons porta le sue freddure dalla rete, da ciò che noi genitori stupidamente a volte chiamiamo “il virtuale”, “alla realtà”, dove per realtà si intende superficialmente ciò che non è digitale ma è analogico. Succede dunque che nel 2018 Pera Toons inizia, come molti youtuber, a scrivere libri. Ma succede che, a differenza di molti youtuber, nel giro di pochi anni i suoi libri diventano un successo micidiale e i suoi follower, i suoi giovani follower, iniziano anche grazie a lui a scoprire che le librerie non sono solo quelle delle piattaforme di streaming ma sono anche quelle che si trovano negli angoli delle strade. E così, miracolo assoluto, capita ogni tanto di individuare orde di bambini che felicemente impazziti spulciano ogni scaffale delle librerie, quelle fisiche, alla ricerca di un volume di Pera Toons che potrebbe essergli sfuggito. Ed è un continuo, da mesi. Provate a guardare nei fine settimana, sui giornali, le classifiche dei libri più venduti, sezione bambini. Scoprirete che in mezzo agli “Harry Potter”, di J.K. Rowling, ci sono solo Pera Toons.


 Qualche numero per capire di che cosa stiamo parlando. Sono i numeri dei libri precedenti a “Fatti una risata”, l’ultimo titolo di Pera Toons, uscito all’inizio di ottobre, e  sono numeri che riguardano le vendite da settembre 2022 a settembre 2023. Siete seduti? Eccoli. “Ridi a CreepyPelle” ha venduto in 12 mesi 160 mila copie. Come singolo libro, hanno venduto più di lui o come lui nello stesso periodo di tempo non molti altri. Per esempio “La portalettere di Nord” con 226 mila. Per esempio Niccolò Ammaniti  con  “La vita intima” (170 mila copie), Aldo Cazzullo (“Mussolini”, 160 mila), il generale Vannacci (“Il mondo al contrario” 200 mila copie). Per capirci: l’ultimo di Zero Calcare ha fatto 115 mila copie. Ma se si sommano gli altri libri venduti tra settembre 2022 e settembre 2023  si scoprirà qualcosa di impressionante: Pera Toons, udite udite, è uno dei due autori italiani più venduti in Italia. Ha venduto 114 mila copie con “Divertimenti”, in un anno. E poi, 135 mila copie (85 mila in un anno, ma 150 mila in tutto) con “Giochi e risate”. E poi ancora “Ridi che è meglio”, che ha venduto negli ultimi tre anni 211 mila copie (è secondo dopo Felicia Kingsley, l’autrice Newton di romance che ha venduto complessivamente 900 mila copie dei suoi libri aggregati vs le 630 mila di Pera Toons).

È una storia di successo quella di Pera Toons, su questo non c’è dubbio, ma è anche una storia che ci racconta un tema diverso che riguarda tanto i bambini quanto i genitori. Pera Toons è riuscito, pur con lo stile delle freddure e non con lo stile Karamazov, a mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, la rete e i libri, YouTube e le librerie, è riuscito a far avvicinare centinaia di migliaia di bambini alla lettura ed è riuscito ad aprire uno squarcio nella testa dei genitori più bacchettoni che grazie a Pera Toons hanno iniziato ad accettare il fatto che il mondo sta cambiando, ohibò, e hanno iniziato a comprendere che per un bambino vedere YouTube e vedere un canale tv non fa nessuna differenza e che avere un influencer capace di avvicinare i bambini all’analogico, ai libri, è un miracolo che vale la pena approfondire e che può portarti anche ad affrontare e a rivedere tabù e pregiudizi. Mescolare il diavolo e l’acqua santa portando i più piccoli ad appassionarsi alla lettura e facendo venire loro voglia di passare il tempo a sfogliare piuttosto che a scrollare. Altro che Vannacci, il grande fenomeno editoriale del 2023 si chiama Pera Toons. E Dio lo benedica. 

 

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.