Sesso contemporaneo / 8

Film hard creati dall'IA, l'amplesso ci affatica tanto da delegarne anche il pensiero

Saverio Raimondo

Prima ancora che agli addetti all’inserimento dei dati, ai programmatori o agli operatori del servizio clienti, l’intelligenza artificiale potrebbe portare via il lavoro alle pornostar

Parafrasando Joseph Conrad: “Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo video porno sto lavorando?”. A dire il vero non sono sposato; ma ho sempre guardato il porno più per “dovere” che per piacere. Questo perché faccio il comico, una professione che richiede di osservare gli altri e sintonizzarsi con l’immaginario collettivo. E non c’è punto d’osservazione migliore, né causa ed effetto dell’immaginario più cristallina, della pornografia. Che del resto ha anticipato tutto: il populismo (la categoria “amatoriale italiano” fu il prodromo del Movimento 5 stelle), i cambiamenti climatici (certi video porno che sono ambientati in California in realtà sono stati girati in Bulgaria), la guerra in Ucraina (“operazione speciale” era una delle ricerche più cliccate sui siti porno russi sin dal 2015).

  

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Dunque è da qui, dalla pornografia online, che conto di scorgere l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle nostre vite. Del resto, il settore del porno – da sempre all’avanguardia, da sempre pioniere nel tech e motore del web – sta già applicando l’IA. Dai video porno generati interamente dall’intelligenza artificiale fino ai visori per un’esperienza autoerotica più immersiva, presto la masturbazione sarà domotica. (Della serie: “Alexa, accendi le luci, metti su la musica e tirami una sega”).

Sono già anni che la realtà virtuale è impiegata per creare materiale pornografico; e ora che la tecnologia è sempre più sofisticata, e i risultati sempre più efficaci, il pubblico si sta allargando. Del resto, il sesso virtuale del porno sintetico creato con l’intelligenza artificiale assomiglia davvero al sesso nella vita reale, a cominciare dagli orgasmi che sono finti. E la realtà aumentata altro non è che il celebre enlarge your penis, solo più ambizioso. (E’ la tipica logica del capitalismo: prima ti fanno ingrandire le dimensioni del pene, poi ti ingrandiscono la realtà attorno così il tuo pene torna a essere piccolo, e si ricomincia da capo). 

In principio erano le teste delle dive del cinema fotomontate su corpi di attrici porno senza rispettare alcun senso delle proporzioni e nemmeno il pigmento della pelle, il tutto animato così rozzamente che il risultato – corpi semoventi con la faccia inebetita di Angelina Jolie – era simile a quello della terapia riabilitativa sulle persone colpite da grave ictus. Avere erezioni su simili video era lisergico. Ora invece esistono programmi text-to-image dove tu scrivi cosa vuoi vedere, e l’intelligenza artificiale del software provvede a creare ex novo le immagini porno in movimento da te richieste senza alcuna etica né morale: una sorta di ChatGPT che invece di scriverti la tesi di laurea ti mostra il tuo relatore e il Magnifico Rettore nella celebre posizione del 69 cum laude. 

I risultati sono incredibilmente realistici, anche se ancora perfettibili: molti utenti riferiscono che in questi video porno interamente creati dall’IA i genitali non sempre hanno una definizione perfetta, e capita di vedere bocche leccare degli ammassi informi di pixel o labbra che succhiano fino in gola dei poliedri irregolari. Ma del resto, chi ha un minimo di esperienza pratica sa che in giro è pieno di genitali di dubbia forma e consistenza: anche in questo, la realtà virtuale assomiglia a quella reale più di quanto siamo disposti ad ammettere. 

Il punto è un altro: ciò che oggi chiediamo all’intelligenza artificiale, cioè rendere vivida la nostra immaginazione sessuale, è ciò che fino all’altro giorno facevamo noi direttamente, in bagno, semplicemente chiudendo gli occhi – e la porta. Non siamo più in grado di fantasticare? Possibile il sesso ci affatichi al punto da delegarne persino il pensiero? Ma soprattutto: fino a oggi il porno, grazie alla creatività di pervertiti sessuali al soldo dell’industria, ci ha fatto eccitare per cose che non saremmo mai riusciti nemmeno a immaginare (obbiettivamente: ma chi di noi avrebbe mai pensato al fisting, al bukkake, al rusty trombone…); ora invece il nostro immaginario erotico si restringerà e rimpicciolirà, riducendosi alle nostre fantasie più puerili e mediocri molte delle quali ruotano attorno al vicino di casa o alle scaloppine al limone. 

Sembra incredibile, ma prima ancora che agli addetti all’inserimento dei dati, ai programmatori o agli operatori del servizio clienti, l’intelligenza artificiale potrebbe portare via il lavoro alle pornostar. E pensare che non era esattamente l’intelligenza ciò che guardavamo in tutti quei video. 

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