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Sesso contemporaneo / 2

Situationship: niente amicizia, amore o sentimento ma solo sesso

Valeria Montebello

Una via di mezzo fra la coppia e il date casuale, con incontri più o meno regolari. Breve ma intensa, romantica e ambigua. Superarla richiede tempo. Emozionalmente intima ma senza impegno

Quali sono i nuovi tabù della seduzione? Quali sono i nuovi confini del corteggiamento? Sta cambiando il sesso nella stagione del #MeToo? Da oggi, per tutta l’estate, il Foglio inaugura una nuova rubrica dedicata alle rivoluzioni del sesso contemporaneo. Ne possono scrivere anche i lettori. Inviate il vostro contributo qui: [email protected]. I migliori testi verranno pubblicati.


 

Sesso con incontri più o meno regolari.  Non esiste altro. No amicizia, tantomeno amore o sentimento.  Affetto, forse, un po’?  Naaa. E’ quello che c’è fra la coppia e un semplice date occasionale. La situationship.

Quali sono le cose peggiori del mondo? Le più paurose e terribili? Sono cose che sembrano facili, innocue, dei coniglietti che passeggiano nel parco che poi si rivelano conigli mannari che ti mordono lacerandoti la carne. 

La situationship è un coniglietto mannaro. Una quasi relazione breve ma intensa, spesso romanticamente ambigua e altalenante. Tre mesi è il tempo medio della situationship decretato dai maestri di TikTok. Ma se abbiamo a che fare con un professionista possono durare anche anni, decenni, eoni. 

 

Per superare la situationship pare ci vogliano circa otto volte la durata della stessa. Se dura tre mesi stai male 24. 2 anni. Non un buon affare.  

Ma come mai si sta così male dopo relazioni così brevi e insignificanti?

Forse perché in 3 mesi hai visto solo la parte bella, soap opera pura, ma proprio mentre sei sulla prua del Titanic la nave affonda. 

E, puff, uno dei due evapora. O sceglie di chiudere in grande stile – questa chiusura è spesso decisa dall’inizio da uno dei due situazionisti

Ed è scritta come se fosse un fantasy erotico di serie c. 

 

Sei seduta davanti a lui, con la faccia plastica, mentre pensi “non mi ha chiesto qual è il mio film scandinavo preferito. Ecco, non gli interessa dei miei gusti, sentimenti, sogni, amici, famiglia, non sarà mai il mio ragazzo”. 

Quindi inizi a pianificare la rottura, dal primo appuntamento. Ci siamo visti per tre mesi sì, ma ho deciso dal primo appuntamento di rompere con lui sotto la pioggia. Voglio farlo, mi manca nella lista delle rotture una scena madre sotto al temporale. 

Tutti bagnati, senza ombrello, lacrime che si confondono con la pioggia. 

Per l’occasione indosserò un abito vaporoso, bianco, pieno di fiocchi e pizzi. Scalza. Durante il primo appuntamento pianifichi già quale sarà il tuo outfit per il giorno che lo mollerai.  E’ vero, è complicato trovare una persona nel 2023.

Quindi ci si aggrappa a una serie di situazioni dalle quali prendere quel che si può, da uno la simpatia, da uno le cene etniche, da uno il sesso, dall’altro le coccole. E a un certo punto ti rendi conto che stai uscendo con una specie di mostro a 30 teste, con un Leviatano. E va tutto bene, ci si sente quando ci va, ci si vede quando ci va, finché uno dei due si mette con qualcuno. O trova qualcuno di più nuovo ed eccitante con cui flirtare. Qui parte il dramma: sparizioni, bloccaggi, smetti di seguire, mancate risposte. 

 

Ma poi, quando è di nuovo solo, quando è triste, annoiato, ammuffito, riapre la chat e, come nel migliore dei film horror, ti ricerca. 

Magari ti chiede di andare da lui perché “si sente giù” o “gli manchi” e tu invece di chiamare le guardie rispondi, accondiscendente, come se non fossero passati mesi: sì calpesta la mia dignità ti prego. Ancora e ancora. 

 

E, cosa più importante, fa tutto questo senza nemmeno seguirti sui social e boostarti l’ego con qualche like o commento. Se non ti segue sui social è perché vuole rimarcare un distacco o perché non gli va che le altre del suo harem possano capire quante sono – e chi sono.  Fissiamo una nuova regola: “Se non ti segue sui social non deve entrare nelle mie mutande”. Ripetiamo insieme. Tre volte la mattina, quattro a pranzo e dieci la sera. I romantici obiettano: ma come puoi fare sesso con la stessa persona, più di, mhhh, cinque volte, senza provare niente? Senza diventare gelosi? O senza uccidergli il gatto? Beh, si può. 

E per chi ci riesce magari la situationship è davvero una via di mezzo fra la monogamia e uno zombie incontrato a una festa. Forse questo Deliveroo del sesso è quello che ci meritiamo, un rapporto diluito, una specie di micro-dosing d’intimità. Si mangia una pasta scotta, si fa sesso, ci si dà un cinque e via. Si torna a casa più leggeri o vuoti, dipende dai punti di vista. 

 

L’errore comune, però, è pensare di riuscire a essere emotivamente intimi ma liberi dal fardello della proprietà privata, pensare che con la situationship si possano ottenere tutte le cose belle dell’essere in una relazione: sesso selvaggio, coccole, confessioni.

Tutto il bello, insomma, meno le noiose attività attribuite alle coppiette monogame come aiutare a montare il letto Ikea, schiacciare i punti neri al partner, o osservarlo piangere mentre guarda le Kardashian. 

 

Ma come si fanno ad apprezzare davvero sesso selvaggio e coccole se non ci sono anche i punti neri e le Kardashian? 

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