(Foto di Ansa) 

Edicole & balocchi

Tutte le sfaccettature dell'attualità sono trascurabili quando leggi riviste sui gatti

Arnaldo Greco

Un magazine da sfogliare con il proprio amico a quattro zampe: tra le pagine scorrono rassegne per distinguere le varie razze, la top ten cat degli Usa, l'accenno all'arte contemporanea e news per aiutare i felini coinvolti dal conflitto russo-ucraino 

Gatto Magazine (ma spesso anche invertito come Magazine Gatto) è un bimestrale giunto al n° 145, dal costo di 4,90 euro€.  L’ardua missione che si propone è quella di bucare la quarta parete degli schermi digitali e portare le foto dei gatti nel caro vecchio mondo analogico. E allo sfoglio, in effetti, la vera difficoltà da affrontare è proprio superare la consolidata abitudine per cui verrebbe voglia di toccare due volte sopra ogni foto di gatto per far contenti i padroni, rilasciare un po’ di endorfine e scrollare all’immagine successiva. Gatto, vacanza, libro sottolineato, pubblicità di se stessi, pubblicità di azienda che fattura realmente, tramonto. No, qui solo gatto, poi gatto, poi altro gatto. Magazine Gatto sembra, tuttavia, a differenza di un feed Instagram, essere sfogliabile anche assieme al proprio gatto. C’è, per esempio, un interessante racconto di viaggio “Gatti a Venezia”, tutto con foto in bianco e nero – uniche sulla rivista, con gatti in gondola, gatti nelle calli, sui parapetti, che giocano coi piccioni (gli ultimi autorizzati a farlo), che passeggiano romanticamente sulle tegole, che fa venir voglia di mostrarlo al proprio gatto e convincerlo a ficcarsi nel trasportino – un piccolo sacrificio – per andare a trascorrere un weekend romantico e scattare foto analoghe che possono spaccare sui social.

Magari, chissà, anche con un salto in Biennale: vuoi che manchi un’opera d’arte a tema gatto? (Altrove, nella rivista, c’è in effetti un pezzo che esalta il gatto come soggetto principe dell’arte contemporanea). Un tocco di grande finezza della copertina di quest’ultimo numero è che, se abitualmente sotto la testata “Magazine Gatto” appare più in piccolo “Fascino e mistero dei nostri a… mici”, stavolta l’ardito gioco di parole è, in parte, coperto dalla foto di un gatto che gioca con delle piume colorate. Come a dire che i nostri amici a quattro zampe, quando hanno voglia di giocare, mettono proprio tutto in disordine, ma sono pure così teneri che chi ha voglia di rimproverarli e intimargli di tenere le cose in ordine? Nessuno. E infatti il gioco funziona benissimo (a proposito di “amici a quattro zampe”, se siete allergici a espressioni come questa, bisogna dirvi che Gatto Magazine non fa al caso vostro. Facendo quel giochetto di bere un bicchiere a ogni “amici a quattro zampe” si finirebbe ubriachi fradici a metà lettura). L’aspetto più affascinante della rivista è come tutte le sfaccettature dell’attualità diventino trascurabili fino a svanire e pare che il mondo ruoti attorno ai gatti.

Così, nelle tre pagine dedicate alle news, ben due articoli sono dedicati a come possiamo aiutare i gatti coinvolti dal conflitto in Ucraina, si gioisce perché “Un altro stato dice NO al DECLAWING”, che sarebbe la pratica crudele con cui si strappano le unghie al gatto per evitare che graffi in giro (perché qualcuno voglia un gatto a tutti i costi per poi togliergli crudelmente le unghie così non si è mai capito). Ah, lo stato in questione è il Maryland. E poi ancora si invidiano i cittadini di Torbay e Teignbridge nel Devon, perché da quelle parti è apparsa un’offerta per volontari disposti a coccolare i gatti dei rifugi per qualche ora al giorno. Un po’ come sulle riviste di viaggi quando appare l’offerta per il lavoro da favola e si scopre che si tratterebbe di fare il guardiano di un atollo sperduto e, per qualche istante, si pensa davvero che il signore abbandonato sull’isola deserta della Settimana enigmistica sia il lavoro che uno ha sempre sognato.

Ci sono, poi, le consuete rassegne per imparare a distinguere le diverse razze di gatti, con le loro caratteristiche e le loro peculiarità, anche se, in questo numero, c’è pure la Top Ten Cat degli Stati Uniti che, si spera, non spinga nessuno a sostituire un gatto uscito in uscita da questa sorta di hit parade con uno in ascesa. Altra pagina davvero ben riuscita è quella firmata da Isotta la “catfluencer”. Quattro consigli per gli acquisti, ma tutti particolarmente azzeccati: “La cuccia stilosa di design”, realizzata in cartone ecologico, che ci si aspetterebbe di vedere esposta al Salone del Mobile di Milano per centinaia di euro (ma che Isotta ha scovato a soli 39,89 euro€), talmente bella che “sembra una casa di Le Catbusier. Solo per gatti vip” (si prega di non soprassedere sulla battuta). E poi le “infradito isottiche” (in tutta onestà non mi è chiaro il perché di “isottiche”) con zampe di gatto sulla ciabatta sinistra e muso sulla destra, “la mascherina gattosa” per tenere gli occhi coperti la notte, “i cucchiaini miciosi” per non cadere in “errori di bon ton felinoso” e servire il tè o il caffè “a un ospite” con un cucchiaino degno. Non manca, naturalmente, il servizio sul Giappone e sui famosi cat cafè, una di quegli strano-ma-vero che hanno svolto talmente tante volte tale funzione che ormai sono noti al pari del sushi e dei ciliegi in fiore. 

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